Il 26 maggio 2013, le cittadine e i cittadini bolognesi scelsero di dire NO ai finanziamenti pubblici alle scuole private paritarie, nella consultazione richiesta da un piccolo comitato di cittadinanza attiva che aveva contro (quasi) tutti, ma aveva dalla sua parte l’art. 33 della Costituzione.

Oggi, a 4 anni da un esito referendario completamente disatteso, l’amministrazione Merola non solo stanzia fondi aggiuntivi per le scuole paritarie private (150.000 euro l’anno, che si aggiungono al milione di euro della convenzione), ma ne distribuisce pure ai nidi privati, per abbassare le rette indipendentemente dal reddito delle famiglie.

Un vulnus alla democrazia ed uno alla Costituzione che impone di combattere le diseguaglianze sia attraverso la centralità che accorda alla scuola pubblica, sia attraverso la progressività fiscale, formalmente assunta anche dal Consiglio Comunale di Bologna a principio guida di ogni sua azione (il Consiglio ha votato all’unanimità in sede di Bilancio un ODG in proposito).

Due tradimenti, in un colpo solo.

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