Oggi siamo a Melendugno al Presidio NO TAP (la parte finale di un gasdotto di quasi quattromila chilometri che parte dall’Azerbaijan)
insieme a 60 sindaci, tantissimi amministratori locali e la splendida comunità salentina che si è stretta intorno alla propria terra per difenderla e regalarle un futuro sostenibile.

A questo progetto le comunità dell’intero Salento da anni si oppongono, e continuano a farlo, con il sostegno dei Sindaci e delle Amministrazioni comunali democraticamente elette, nella consapevolezza che l’infrastruttura TAP è incompatibile con la bellezza millenaria di questi luoghi.
E intanto invitiamo a leggere questo approfondimento su l’Espresso che denuncia infiltrazioni mafiose e riciclaggio di soldi sporchi

Solidarietà da Bologna e da tutta Coalizione Civica!


Un appello al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e al presidente della Regione perché vengano immediatamente sospese le attività in corso presso il cantiere Tap. Il documento è stato elaborato da alcuni sindaci salentini e sarà sottoposto alla firma di tutti primi cittadini della provincia, dei parlamentari, del presidente della Provincia, dei consiglieri e assessori regionali.

“Il progetto del gasdotto TAP determinerà una violenta e irreversibile ferita a questo territorio, unico per le sue bellezze e per le sue caratteristiche paesaggistiche apprezzate in tutto il mondo – si legge nel documento – L’approdo del gasdotto TAP dista pochi km dall’area di Roca Vecchia, uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo, e dalla Riserva Naturale dello Stato “Le Cesine”, zona umida di interesse internazionale gestita dal WWF.

Questa infrastruttura energetico-industriale prevede, in corrispondenza della stupenda spiaggia di San Basilio (San Foca – Melendugno), la costruzione di un maxi tunnel in cemento armato lungo 1,5 km e una successiva condotta di oltre 8 km – che devasterà così la campagna salentina – sino alla gigantesca centrale di depressurizzazione, estesa per 12 ettari, a ridosso di quattro centri densamente abitati (Comuni di Melendugno, Vernole, Calimera, Castrì), con gravi conseguenze sulla salute e per la sicurezza di oltre 30 mila abitanti.

Il gasdotto terminerà a Mesagne (Brindisi), dopo aver percorso ben altri 55 km per collegarsi alla rete nazionale SNAM, continuando a ferire in maniera irreversibile il caratteristico paesaggio del basso Salento, con l’espianto e l’inutile sacrificio di oltre 10.000 alberi di ulivo, da sempre simbolo della fecondità e della produttività di questa terra e condannandolo ad una conseguente mutazione “genetica”.

A questo progetto le comunità dell’intero Salento da anni si oppongono, e continuano a farlo, con il sostegno dei sindaci e delle amministrazioni comunali democraticamente elette, nella consapevolezza che l’infrastruttura TAP è incompatibile con la bellezza millenaria di questi luoghi.

Tutti noi sottoscrittori siamo certi – confortati da competenti studi scientifici – che, se tutto ciò sarà portato a termine, si determineranno molteplici impatti negativi sotto il profilo ambientale, culturale, sociale, economico, sanitario e della sicurezza.

Siamo altrettanto convinti che opere di tale portata e così altamente impattanti devono obbligatoriamente essere condivise ed accettate dalle popolazioni destinate a riceverle, nel rispetto dei principi democratici di leale e fattiva collaborazione tra tutti gli organi dello Stato”.

I sottoscrittori dell’appello chiedono che sia convocato al più presto un incontro tecnico politico che disponga l’avvio di un’attività di ricerca di soluzioni più avanzate.

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