In Italia il trasporto di animali in condizioni disumane configura il reato di maltrattamento. Invece, se finisci nella morsa di un caporale, non meriti nemmeno questo. E non da ieri.
In appena due giorni, sulle strade del foggiano, è stato versato il sangue di 16 persone. Il sangue non ha nazionalità: è sempre rosso. Rosso come i pomodori nei campi. Rosso come i cappelli che i braccianti morti indossavano per proteggersi dal sole, mentre si spaccavano la schiena per raccogliere pomodori per un euro al quintale. Qui. Nel 2018.
Tornavano dall’ennesima giornata di “fatica”, come si dice al Sud. Viaggiavano in piedi, stipati nei furgoni. I due incidenti stradali mostrano, drammaticamente, le stesse modalità.
Dal 2011, il caporalato è un reato previsto dall’articolo 603 bis del codice penale, rivisto dalla legge 199 del 2016. Oggi, si prevedono severe sanzioni sia per i “caporali” che per gli utilizzatori della manodopera. Tuttavia, l’Ispettorato del lavoro, nel corso del 2017, ha rilevato un tasso di irregolarità pari al 50%: un’azienda su due.
La legge prevede anche «iniziative per la realizzazione di funzionali ed efficienti forme di organizzazione del trasporto dei lavoratori fino al luogo di lavoro», di cui le aziende avrebbero dovuto farsi carico. Così non è stato, evidentemente.
Di recente, anzi, il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio e il vicepremier Matteo Salvini si sono detti intenzionati a modificare la legge, accusata di «complicare e non semplificare» la gestione del fenomeno.
I problemi in questione, secondo Aboubakar Soumahoro, sindacalista USB, sono la scarsissima sindacalizzazione del settore e lo «sfruttamento arcaico» messo in atto dai caporali e dalle aziende che se ne avvalgono.
I braccianti agricoli sciopereranno oggi, mercoledì 8 agosto, e sfileranno in segno di protesta dall’ex ghetto di Rignano fino alla prefettura di Foggia. “Sarà la marcia dei berretti rossi, una marcia per la dignità, per dare voce ai senza voce e sostegno alla lotta dei braccianti per la dignità e la giustizia sociale” posto che “oggi la grande distribuzione schiaccia i contadini che a loro volta si affidano a chi schiaccia i braccianti”.
Aboubakar Soumahoro lancia un appello su Twitter al ministro del Lavoro Luigi Di Maio e a quello delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, chiedendo loro di recarsi a Foggia.
Siamo con loro, chi con il corpo, chi con il cuore.

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