Rassegna stampa della nostra attività nel contrasto all’invasione dei distributori.
Bologna ha bisogno di nuovi distributori di carburante? Secondo tutti gli studi, secondo i quartieri, secondo i cittadini e le cittadine e anche secondo noi, NO!
L’Assessore Orioli invece parla di “ridefinizione” del Piano Operativo. Ribadiamo che il POC deve essere ritirato. [La nostra denuncia qui ]

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Repubblica BOLOGNA – Pagina: 9
04 aprile 2018
Nuovi benzinai ancora al palo su 21 proposte ok soltanto a 11
Marcello Radighieri

Iter bloccato dai quartieri e da una legge regionale L’assessora Orioli: “ È vero, si è perso troppo tempo ma ci stiamo lavorando. E non è tutto da rifare”
Oltre 36 mesi di avvisi, controlli, delibere e piani operativi. Ma l’approvazione  finale ancora non c’è e non si sa quando e come arriverà. Al punto che, a distanza di tre anni  dall’inizio dell’iter, gli undici nuovi distributori di carburante che sarebbero dovuti nascere sul territorio comunale – promossi dalla giunta, parzialmente bocciati  dai quartieri, ora stoppati dalla nuova legge urbanistica regionale  – sono ancora fermi al palo.
Tutto inizia nel gennaio del 2015, quando Palazzo d’Accursio approva un avviso pubblico per raccogliere manifestazioni di interesse  da inserire nel “piano operativo  comunale (POC) per la localizzazione  degli impianti di distribuzione  carburante ad uso pubblico”.  Vengono presentati 21 progetti,  poi scremati a 14. E, dopo ulteriori  controlli e un paio di defezioni,  la lista cala a 11 nuovi distributori,  inseriti nell’apposito POC presentato  a novembre 2017. «Non socosa è successo prima del mio insediamento  – dice l’assessora all’Urbanistica Valentina Orioli – La cosa ha seguito un suo iter, noi abbiamo cercato di chiudere entro  dicembre».
Prima di Natale, però, sono arrivatidue nuovi intoppi. Prima i tre Quartieri interessati ( Borgo Panigale-  Reno, Navile e San Donato-  San Vitale) hanno bocciato sette  distributori sugli undici previsti.  Poi è entrata in vigore la nuova legge regionale, che ha ridisegnatole procedure. Fatto sta che il Dipartimento  di Riqualificazione Urbana  ha chiesto il ritiro della deliberazione  inerente al nuovo POC, auspicando « una revisione complessiva  dello strumento urbanistico  che si intendeva adottare».
«Ma non è tutto da rifare – precisa  Orioli – stiamo studiando la nuova procedura, ovviamente tenendo  conto anche delle osservazioni  giunte dai territori. I tempi? I più brevi possibili. Siamo consapevoli  che l’iter sia durato molto, non siamo stati particolarmente brillanti». In Comune si lavora sulla  questione e quindi l’assessore non si sbilancia sul numero di nuovi  distributori che effettivamente vedranno la luce. Per Coalizione Civica, che ha sollevato il caso già a novembre, sarebbe auspicabile fosse pari a zero, semplicemente perché « Bologna non ne ha bisogno.  Soprattutto se con il Piano Urbano  della Mobilità Sostenibile l’intento è diminuire il traffico privato  ».

Corriere di Bologna – Pagina: 5
04 aprile 2018
I Quartieri stoppano i benzinai Saltano i nuovi distributori
di Mauro Giordano

In attesa che il Comune sveli quali strumenti urbanistici vuole mettere in campo per frenare l’invasione dei supermercati, da tre quartieri è arrivato uno stop alla realizzazione di sette nuovi impianti di carburanti: un muro riuscito a far ritirare una delibera che prevedeva in totale lo sbarco di undici nuovi benzinai in città.
A esultare e raccontare tutta la vicenda è Coalizione Civica con Marco Trotta, consigliere del quartiere San Donato-San Vitale, il quartiere più esposto alla realizzazione di nuovi iper ma a quanto sembra molto appetito pure per le aree di servizio: ben sette degli undici impianti dovevano infatti sorgere in quella circoscrizione, gli altri al Borgo-Reno e al Navile.
L’intero iter della delibera aveva preso le mosse da un avviso pubblico per raccogliere manifestazioni d’interesse da comprendere nel Poc (piano operativo comunale) e localizzare le aree per gli impianti: in totale erano arrivate 21 richieste per altrettanti punti cittadini. Dalla procedura, dopo tagli e ripescaggi, erano alla fine rimasti incolumi undici distributori, che avevano ricevuto il via libera dal Comune. Successivamente però i tre quartieri coinvolti sono intervenuti con dei pareri tecnici fortemente negativi e critici nei confronti di alcuni degli impianti. Solo quattro si erano salvati dalla tagliola: al San Donato-San Vitale quelli di via Marescotti e via Marescotti angolo Villanova, al Navile in via Piccinini e al Borgo-Reno in via Alcide De Gasperi.
La bocciatura dei quartieri è stata però la mossa che ha dato spunto a un intervento del dipartimento Riqualificazione urbana di Palazzo d’Accursio, con il quale si chiede il ritiro dell’intera delibera «vista la necessità di esaminare queste esclusioni», richiedendo anche una «revisione complessiva dello strumento urbanistico che si intendeva adottare anche alla luce della nuova legge urbanistica regionale». Per quanto riguarda il San Donato-San Vitale, come detto il più esposto ai progetti di nuovi distributori, le motivazioni delle bocciature sono contenute in un parere duro sul tema.
Si legge per esempio «che il territorio urbano bolognese è già ampiamente servito da impianti di distribuzione carburanti», passando a un esempio pratico: «In via Massarenti, nel tratto che va da via Azzurra a fino alla rotonda Paradisi, sono già attivi quattro distributori. E altri quattro sono presenti nel tratto di via Mattei tra la rotonda Paradisi e la croce del Biacco», poi «un’altra importante concentrazione si trova vicino a Fico, nella zona di viale Carnacini e viale Fanin». Sui casi presi in esame e valutati con diniego c’era la richiesta all’incrocio tra via San Donato angolo via Cadriano, ritenuta però «in un cuneo agricolo periurbano, in una zona coltivata con presenza di una folte siepe alberata e che interferisce con la possibile realizzazione del Passante».
La proposta di viale Europa angolo via San Nicolò di Villola si trovava invece «in un ambito agricolo di rilievo paesaggistico» e così dicendo per gli altri bocciati. Al Navile stop invece in via Colombo «perché la strada ospita già diversi impianti e un’ulteriore struttura di quel tipo rendere più pericolosa la viabilità». Al Borgo-Reno pollice verso invece per la richiesta arrivata per un tratto di via Marco Emilio Lepido: ma anche in questo caso l’impatto ambientale e sul traffico sono stati valutati negativamente.

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