Dopo più di un anno di lavoro sui territori e in Consiglio Comunale, dopo l’estate e l’intensa ripresa carica di avvenimenti che ha visto  (e vede) Bologna più ricca e viva che mai, Coalizione Civica apre una sezione pubblica in cui ognuno si possa sentire libero di offrire un proprio contributo in vista dell’Assemblea dei soci che si terrà a breve.

Una nuova politica a Bologna

Le strade e le piazze della nostra città sono scosse da un ciclo di nuovi movimenti che per capacità di innovare deve interrogarci in profondità. Ripercorriamo le tappe di questi movimenti:

  • l’8 marzo decine di migliaia di donne sono le protagoniste di una vera e propria irruzione che femminilizza lo spazio pubblico, rende sessuata la politica, affronta il tema della sicurezza per declinarlo su basi nuove, metropolitane, dà corpo alla suggestione dello sciopero sociale.
  • Il 27 maggio migliaia di migranti e cittadini sono in movimento per l’accoglienza degna a Bologna, si mettono in rete dal basso coalizzando forze sociali ed associative per un progetto di città aperta, ricca di differenze, di rifiuto dello jus sanguinis cogliendo il nuovo spirito pubblico municipale che da Barcellona è transitato per Milano.
  • L’11 giugno ancora migliaia di donne e uomini liberi accolgono l’appello a manifestare di G7M e, nella contestazione al vertice più negazionista della crisi climatica, progettano risposte concrete per una società ecologica.
  • In ultimo, ma non per ultimo, dall’8 agosto al 9 settembre, l’intera città è scossa dalla mobilitazione per Labas che rende concreta e politicamente maggioritaria la lotta per il diritto alla città.

In questi sette mesi molto altro è accaduto in città, magari con minore evidenza pubblica, ma altrettanto necessario per immaginare la reinvenzione della politica, a Bologna, oltre Bologna; ad esempio la mobilitazione studentesca e civica per la difesa ed il rilancio delle Biblioteche, di quartiere ed universitarie, risorse moderne e decisive per il welfare municipale. E ancora, le tante manifestazioni promosse per trovare altre forme “partecipative” rispetto a quelle promosse dall’amministrazione comunale in termini di rigenerazione e riqualificazione urbana.

Femminismo, ecologia, cittadinanza aperta e diritto alla città sono le categorie della biopolitica municipale e sono capisaldi di un nuovo discorso pubblico politico; ognuna di esse è un elemento fondamentale ed irrinunciabile, ognuna è contemporaneamente singolare e complessiva.

Tutti questi conflitti, inoltre, sono costituenti, ovvero sono contemporaneamente destituenti dell’ordine del discorso dominante e hanno la capacità di progettare una società diversa: ognuno di questi conflitti è fonte di nuovo diritto, pubblico e comune. 

Tutti sono connessi, procedono accumulando forza reciproca ed hanno relazione con lo spazio pubblico municipale che è sempre più lo spazio della politica.

Durante questi sette mesi, più in generale in questo ultimo periodo, Coalizione Civica si è data uno Statuto, ha eletto i Presidenti dell’Assemblea di tutti gli iscritti e le iscritte, il Coordinamento, promosso gruppi territoriali nei Quartieri e diversi gruppi tematici. Un’architettura innovativa, unica se confrontata a quella di altri partiti e movimenti nel nostro Paese. Coalizione Civica ha attraversato queste lotte, alle volte le ha promosse, senza mai metterci il cappello, ma sempre mettendoci la faccia con coerenza e radicalità. In alcune circostanze, la Coalizione le ha saputo declinare nei vari territori, facendo delle questioni di genere, di quelle ecologiche, di quelle legate alla cittadinanza e al diritto alla città battaglie locali, ma sempre in relazione con il contesto cittadino, nazionale e internazionale.  Ora la domanda che Coalizione Civica si deve porre è come può essere ancora più utile alla società, come essere la casa aperta senza porte di questi conflitti, come essere complice della scrittura del programma della Bologna che viene e che ambisce a costruire processualmente il governo di tutti su tutto.

E’ utile che si convochi l’Assemblea delle iscritte e degli iscritti per ragionare sullo stato dell’arte dell’iniziativa politica, sulle specifiche battaglie che fin qui abbiamo portato avanti; è necessario avere un momento di confronto per affrontare questi temi, secondo noi decisivi, e portare a discussione tutte quelle realtà, ovvero gruppi tematici, territoriali, comitati, associazioni, singoli cittadini che si sono spesi per fare di Bologna la città meno diseguale d’Europa.

Vi è una nuova politica a Bologna, possiamo rispondere alle domande che pone -e quindi cogliere le opportunità che offre-, se le affrontiamo senza rifiutarne la complessità e la radicalità, se, in qualche maniera, abbandoniamo per sempre le vecchie forme rigide dell’organizzazione e della rappresentanza, se cestiniamo l’autonomia della politica dalla società.

E’ un anno interessante, a Bologna.

di Gianmarco De Pieri e Giuseppe Scandurra

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