Sutti e Collina hanno commesso turbativa d’asta con la sponda dell’amministrazione comunale”. Così è cominciata l’arringa del Pubblico Ministero durante l’ultima udienza del processo penale in corso nei loro confronti, oltre che dell’ex Sindaco Delbono.

Le prove a sostegno di questa tesi sono state prodotte durante il dibattimento, e quindi con ogni probabilità si avvicina la sentenza di condanna di primo grado per i principali protagonisti di questa triste vicenda.

Durante l’udienza di lunedì prossimo 7 novembre, parleranno le Parti Civili: l’impresa Acciona-Ghella che perse il bando e l’Associazione Primavera Urbana in rappresentanza del Comitato No People Mover.

L’appuntamento del 7 novembre non può essere disertato: non basta la solidarietà virtuale, occorre la presenza dei cittadini per far sentire la nostra voce.

Sarà dunque un’occasione importante che tutti i bolognesi avranno per dimostrare “fisicamente” ai giudici, che esiste una città diversa che si è sempre opposta a questa grande opera, paradigma di un sistema economico e politico perverso, un opaco intreccio di interessi ben lontani dal bene comune.

Diremo tutti insieme che esistono le prove del reato!

Piero Collina di CCC e Francesco Sutti (ATC oggi TPER) conclusero un accordo occulto che tagliava fuori la società competitor Acciona-Ghella dalla gara per l’assegnazione della costruzione e gestione del People Mover. Inoltre, tale accordo di fatto condannava ATC a sobbarcarsi interamenti tutti i costi di costruzione del People Mover, oltre che i rischi di gestione connessi: si parla di una spesa complessiva di 130 milioni di euro di denaro pubblico al quale si aggiunge un buco milionario che peserà per i prossimi 40 anni sul Comune di Bologna.

Niente male per un’amministrazione strozzata dai vincoli di finanza pubblica e che non risolverà i bisogni di un collegamento veloce tra Aeroporto e Stazione Centrale.

Francesco Sutti e Piero Collina agirono spalleggiati dal Sindaco Delbono – ricordiamo però che la genesi del progetto è da addebitare a Sergio Cofferati – con l’aiuto di alcuni dirigenti comunali compiacenti.

L’unica dirigente che “dimostrò competenza” fu Sonia Bellini – a capo dell’ufficio Aziende Partecipate del Comune di Bologna – che per iscritto evidenziò gli articoli di legge che si stavano violando nell’iter burocratico e si rifiutò di firmare il via libera al People Mover.

Sonia Bellini fu trasferita al Quartiere San Donato dalla giunta Delbono neo eletta, non di certo una promozione, e la sua sostituta non ebbe problemi a firmare un documento che a parere della Bellini -e della Procura- era illegale.

Altro protagnista di questa triste storia è l’Ing. Cleto Carlini capo del Settore Mobilità del Comune di Bologna. L’arringa del suo difensore si è basata su una tesi a dir poco imbarazzante: “Carlini è un ingegnere chimico quindi non poteva essere né consapevole né competente in quella materia”. 

La domanda che sorge spontanea è questa: se lo stesso avvocato difensore sostiene l’ignoranza di Carlini, cosa ci fa ancora il suo assistito a capo del settore Mobilità?

E’ arrivato il momento di andare oltre l’indignazione urlata o anche solo pensata. Ognuno di noi dovrebbe uscire di casa, prendersi un permesso dal lavoro o comunque trovare il modo di essere presente alla prossima udienza, dove per legge avremo finalmente modo di dire che questo sistema è malato e va condannato perché da impuniti questi signori rifaranno gli stessi errori.

Vi aspetto LUNEDì 7 NOVEMBRE ore 9.00 presso il Tribunale di Bologna in Via Farini – Aula 11 secondo piano.

Lorenzo Alberghini

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