PMA in EmilianStyle

By 10 Ottobre 2016Ottobre 12th, 2016notizie

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Nell’aprile del 2014 la Consulta boccia il divieto della Legge 40 sulla Pma ( Procreazione medicalmente assistita ) eterologa, ovvero con un embrione composto da un ovulo, gamete femminile proveniente da donatrice.

Si apre una situazione d’incertezza non già per il caduto divieto alla PMAe, grazie a questa sentenza, quanto per tutti quegli aspetti prettamente amministrativi, tanto marginali alla terapia vera e propria quanto essenziali nella filiera produttiva della stessa.

La Regione Toscana, nella persona del suo Assessore Competente, Luigi Marroni, recepisce l’allegato III delladirettiva Ue 171/16 nella quale si dettano le regole per poter effettuare l’eterologa senza necessità di un atto normativo e nella persona del suo Governatore trova sponda diligente per costruire la delibera che “va nella direzione di colmare un vuoto tecnico e di garanzie per i cittadini che verosimilmente non sarà definito permolto tempo”.
Di fatto la Toscana si pone il problema di come evitare uno stallo pericolosissimo, colmo d’incertezza per gli utenti,  in quella pratica medica economicamente premiante sia sul versante dell’aumento degli introiti sia su quello di una minore ed onerosa migrazione verso altre regioni o stati europei.

Questo porta all’approvazione della delibera 650 del 28 luglio 2014 della Regione Toscana che norma, nella sfera di tutele e garanzie, la Pma eterologa rendendola formalmente e di fatto praticabile anche nelle strutture pubbliche.

Prima dell’estate 2014 la sentenza del tribunale di Bologna scioglie le residuali incertezze delle, e non sulle, strutture private ad eseguire la PMAe che già con la sentenza della Consulta di aprile era possibile effettuare.

“La Corte costituzionale – si legge nelle ordinanze – ha avuto cura nel ribadire che quella di tipo eterologo è una specie di tecnica appartenente allo stesso genere (la procreazione medicalmente assistita) delle altre, di tipo omologo: dunque, va anch’essa ricondotta al quadro normativo delineato dalla l. 19febbraio 2004, n. 40″. Inoltre il giudice ha ritenuto” infondata l’eccezione di inammissibilità relativa al paventato ‘vuoto normativo’, la Corte costituzionale, poi “è stata chiara nell’escludere (..) l’esistenza d’incolmabili lacune concernenti la regolamentazione essenziale dell’accesso alla Pma con donazione di gameti, sia quanto ai presupposti che quanto agli effetti”.

La Regione Toscana anticipa tutti ( a loro insaputa? ) ma soprattutto rispetta ed accoglie la sentenza della Consulta e le Direttive Europee.

Non è dato sapere se per diligenza, per onestà istituzionale, per rispetto dei cittadini, per business pubblico ecc. Però lo fa ed ottiene quantomeno il risultato ” che non sai mai cosa può succedere che possa bloccare l’esercizio di un diritto del cittadino”. Esempio: le dimissioni del governatore  di una Regione?

Il contesto che si delineò vide tutte le strutture private che potevano eseguire la PMAe, ma solo in Toscana la sua filiera produttiva, che comprende anche la parte medica, è regolata nelle tutele e nelle garanzie di tutte le parti: donatore-produttore-ricevente.

Solo in Toscana viene erogata dal servizio pubblico a fronte di un prospettato ticket di 500 euro a carico del paziente e saldo a carico della regione di provenienza.

Di fatto,
– una coppia di Bologna può rivolgersi ad una struttura privata dell’ER.

– la stessa coppia può andare anche in una struttura pubblica della Toscana dove pagherà 500euro e la toscana si farà rimborsare la differenza al costo intero dall’ER.

– e sempre lei, la coppia, può andare in uno stato europeo dove, rispettati i requisiti, scatterà il rimborso sanitario tra stati, più o meno come tra 2 regioni italiane, grazie ad una direttiva che sarebbe entrata in vigore un anno più tardi, nel 2015.

Conclusione: la Toscana rispetta le sentenze della Consulta, la direttiva europea, garantisce le tutele deicittadini e dei lavoratori, e fa anche business, what else…

 Tutto quello per cui è prevista l’esistenza di una Asseblea Legislativa Regionale.

Bravi?
No, hanno fatto il loro lavoro.

Possono, le altre regioni, fare la stessa cosa in un quadro anche di esile omogeneità normativa regionale ed in assenza di quella nazionale?

Si.

Vasco Errani dimissionario durante il suo terzo mandato regionale

Vasco Errani dimissionario durante il suo terzo mandato regionale

L’ER per le dimissioni volontarie di Vasco Errani, a seguito della sua condanna in 2° grado per falso ideologico ( oggi assolto con sentenza definitiva ), non può neanche fare un banale “copia-incolla” della delibera di una regione che, al netto di campanilismi sempre incombenti, è omologabile in larga misura. Basti pensare come sarebbe stato già più difficile, in sede di conferenza delle regioni, accordarsi con la Sicilia che ha un governatore di stessa area ma necessita di voti dalle opposizioni.

E’ questo, al netto della diligenza politica ed amministrativa che la Toscana ha messo in campo sin dall’aprile 2014, lo si poteva intuire già dalla condanna in 1° grado del fratello del Governatore di quasi un mese prima.

Al di là del disastro su tutta l’organizzazione della filiera della Pma in termini di concorrenza tra regioni, partire più tardi è peggio ( dubbi? ), e pensando a quelle coppie che nell’aspettare elezioni e nuova giunta magari escono dalla fascia di età in cui è possibile la Pmae, può essere decisivo anche il come sarà la nuova Giunta regionale, consapevoli che, pur con una maggioranza solida della “sinistra “, ha combinato un disastro, immaginiamoci quello che può succedere con una situazione simile alla siciliana o simile all’asseto del governo nazionale per la presenza od influenza maggiore della destra.

Insomma, in ER hanno fatto in fretta e furia la legge elettorale regionale e non potevano fare un copia-incolla della delibera della Toscana?

Errani si dimette e non lo fa con un dignitoso comunicato alla Presidente dell’Assemblea come imponeva il suo rinomato garbo.

Carlo Lusenti Assessore Regionale alla Sanità uscente

Carlo Lusenti Assessore Regionale alla Sanità uscente

Carlo Lusenti Assessore alla Sanità, che non si era risparmiato in critiche verso la Toscana per la fuga deliberativa e la messa in sucurezza degli utenti, si ritrova in cattività, senza l’Assemblea ed il suo Governatore, con tanto lavoro non fatto sulla PMAe, con le indagini su presunte irregolarità del suo ufficio in merito a convenzioni verso cliniche private pittosto che altre ( si arriverà al rinvio a giudizio, alla sua richiestadi rito abbreviato ed assoluzione finale ) ed una imminente campagna elettorale.

Lui tuonò “se si perderà ancora tempo, dopo una sentenza della Corte costituzionale e ben due ordinanze del tribunale di Bologna a favore della pratica, la prudenza verrà messa da parte egli ospedali emiliani agiranno per conto proprio.”

indexEd annuncia di aver messo al lavoro i tecnici e sollecitato la conferenza delle regioni.

Gli ospedali emiliani agiranno per conto proprio? Solo dopo l’elezioni regionali e vincolati ad una nuova Giunta perchè questa è dimissionaria e non per scadenza naturale.


Lusenti, era proprio così indietro?

Negligenza personale o politica? Sicuramente non ha pensato che stava facendo un favore al privato ER ( almeno all’apparenza ) che può produrre PMA in assenza di concorrenza del Pubblico dell’ER, considerando la quantità di persone che sono in attesa.

Qualcuno pensava che il Ministro corresse e si strappasse i capelli per chiudere una partita ( perchè sulle PMAe si stanno giocando una partita loro ) dove la Chiesa era già pesantemente in campo ed il Governo spostato ( ? ) nettamente più a destra rispetto ai “bei ” tempi?

Ad Assemblea Legislativa decaduta Carlo Lusenti annuncia che si muoverà nella Conferenza delle Regioni.


Di fatto si ritrova, Lusenti, per le mani uno strumento di propaganda elettorale di spropositato valore con la certezza che mai e poi mai la Conferenza delle Regioni sarebbe riuscita a produrre in merito in tempi brevi, ma…

colpo di scena…

la prima conferenza utile delle regioni emanò le linee guida necessarie a soddisfare la sentenza della Consulta.

Lusenti c’era riuscito?

La partita in conferenza delle regioni sulle PMAe ci sbatte in faccia invece cosa vuol dire avere un Governo del PD con le destre: non c’è dialettica e confronto tra regioni di destra e di sinistra, tutte diventano esecutrici supine degli ordini del Primo Ministro.

Naturalmente per l’ER non fu a costo zero perchè ci ritrovammo, grazie al buon Lupi,  l’accreditamento dell’Ospedale di San Parignano ( quello che fu inaugurato senza l’agibilità ) ovvero perdemmo uno degli ultimi baluardi di decenza che il PD (  quota ex DS ) ancora conservava.

Passano mesi, si insedia la nuova Assemblea Legislativa, Lusenti riceveva la notifica di fine indagini ed il rinvio a giudizio nei primi mesi del 2015.

Intanto la Toscana marcia a pieno ritmo sia col pubblico  sia col privato.
Nella PMA il privato trova linfa in una forte concorrenza col pubblico ( es, un pubblico d’eccellenza riceve molte più afferenze in termini sia di richieste che di donazioni a disposizione anche per il privato).


Quanti residenti dell’ER fruiscono del pubblico toscano al costo di 500 euro di ticket mentre i rimanenti circa 2500 escono dalle casse dell’ER?
Quanti utenti di Lombardia ( che faceva pagare a prezzo pieno) e di tutta la dorsale adriatica perde la Regione ER?
Tutti soldi spalmabili su sanità a puro costo e tutto lavoro che non c’è ( sindacati non pervenuti ), tutti soldi che leniscono i dolori del taglio dei trasferimenti dallo stato alle regioni.

E’ ovvio che non puoi farlo se non hai fatto niente per creare la filiera produttiva.

La Storia ci dice sempre che la prima eterologa PMA fatta da una struttura pubblica dell’Emilia Romagna risale al 13 agosto del 2015 e diciamo che le successive sono minime e poco frequenti.

Anche il nuovo assessore non brilla ma sta inquadrando il problema.

Il 12 novembre 2015, la Consulta emette una sentenza che boccia il divieto della legge 40 sulla diagnosi preimplantare dell’embrione, conferma il divieto di distruzione dell’embrione malato ma boccia il divieto alla crioconservazione ( qui si parla anche della PMA omologa ).

Intanto Lusenti, rinviato a giudizio per falso, chiede il rito abbreviato sicuramente per fare prima ed essere assolto ( es: Vendola ) o forse, se condannato, per ottenere con lo sconto una condanna sotto i tre anni che gli possa permettere di conservare il posto pubblico ( es: Del Bono ). Gli fa onore non averlo promesso per poi non presentarsi ( es: Penati )

Quindi la prima PMA ad agosto 2015 ed una filiera produttiva che ha la stessa resa di un polpaccio pieno di acido lattico.

Ma a due anni dalle linee guida ministeriali qual è lo stato dell’arte?

 

guerra economica 1

guerra economica 1

Molte regioni emettono circolari per vietare la PMAe ( anche quella omologna ma l’oggetto di questa storia sono le eterologhe ) ad assistiti provenienti da regioni che non le hanno inserite nei LEA ( ovvero rimborsabili ) ma l’unica che lo fa a liste d’attesa piene è la Toscana: è banale che se ho liste d’attesa curo i miei e poi chi è rimborsato dalla propria regione, un pò meno banale per le coppie discriminate, ma chi si imolerebbe per chi non ha il problema di guarire da una patologia che non lo rende limitato o non lo porta a morte?

guerra economica 2

guerra economica 2

Le altre invece non possono semplicemente permettersi il lusso di aumentare il loro disavanzo di bilancio.

E’ il mercato!

 

 

pma-xxx2Anche l’Emilia Romagna ha 700 ( ma solo con gli articoli di Repubblica si passa da 700 a 2000 a seconda del meteo) coppie in lista d’attesa e le PMA sono inserite nei LEA, peccato che gli tocca pagare Toscana e stati esteri che trattano gli Emiliano Romagnoli.
In 2 anni la regione ER, tutta, ne ha eseguite 85 mentre in Toscana ci sono cifre da primato, solo nel centro di Cortona ( Pisa ) a giugno del 2015 ( quindi un anno fà ) erano 68.

E’ facilmente intuibile che il danno causato dall’inefficenza dell’istituzione regionale negli anni passati abbia creato tre perdite enormi:

– il disagio degli assistiti a dover emigrare nella migliore delle ipotesi,

– i mancati incassi da assistiti extraregionali ( anche europei ),

– il pagamento di Toscana e stati europei che curano i nostri assistiti.

E tutto questo perchè?

Perchè mancano i donatori, manca la ” materia prima ” non hanno investito in programmazione.

Tanto semplice quanto drammatico anche solo per la sua ovvietà.
Somari o pensavano che quella sentenza della Consulta sarebbe arrivata con una decisione diametralmente opposta?
Ma se la legge 40 passerà alla storia come la legge bocciata per eccellenza e lo sapevano tutti!

Se vai all’urp per rinnovare la carta d’identità ti chiedono e ti fanno firmare se vuoi essere donatore d’organi ma nessuno ti chiede se vuoi diventare donatore di sangue o di gameti, ma sul sangue la cultura della donazione è molto forte e non serve.

E allora tutto diventa teso, perchè qui neanche l’obiezione ci abita, anzi, neanche i non obiettori che sono in altre faccende affaccendati.

 

finanziamenti regionali per il biennio

finanziamenti regionali per il biennio

Gli obiettori ( i non abbiamo detto che sono impegnati per aiutare le Donne ad essere libere ) le fanno in clinica ma gli dà tremendamente fastidio sia dipendere da un donatore ed intermediario estero per l’acquisto del gamete necessario ( l’ovulo ), sempre che non venga da una parente… ma poi si conoscono… ma poi si perde il principio della riproduzione sessuata… ma poi un giorno ti tocca restituire la cortesia… ma poi ” ciiiiielo, è vero che assomiglia a me…”, come non sopporta che nel tempo che si perde nella ricerca e nell’acquisto si può perdere anche la coppia che magari scopre che in Toscana cominciano ad avere tanta esperienza e casistica in più.

Questi strasimpatcissimi ovuletti stanno insegnando che la concorrenza tra pubblico e privato è ricchezza per tutti e che se il pubblico non partecipa va a fondo anche il privato.

Non c’è bisogno di privatizzare, assolutamente il contrario.

Il buon senso direbbe d’investire in programmazione ed informazione lasciando al muscolo il tempo naturale per smaltire l’acido lattico.

Ma in questa storia il buon senso viene soppresso dal business ” compriamoli all’estero “.

Anche qui il solito ” utile privato e perdite pubbliche “, senza tregua, un fine pena mai, l’ergastolo.

Ma come si fa a dire di no sapendo quante coppie ” pubbliche ” si risparmieranno il viaggio fuori dalla regione e non rischieranno di superare l’età limite?

Speriamo che la ricchezza  prodotta non sarà sperperata come nella precedente amministrazione.

Ma come si fa a dire di si anche consci del rischio di scoprire la solita Donna in difficoltà economica bombardata di ormoni per una donazione al prezzo dell’elemosina?

E perchè andare all’estero, allora?

La regione Emilia Romagna stanzierà in 2 anni 600mila euro per acquistare ovuli donati(?).

Comprarli e comprarli all’estero ti aiuta ancora di più a farti scivolare via le responsabilità che devi assumerti, ti aiuta a non essere giuridicamente complice di un sicuro e certo reato, ti aiuta a risolvere il problema sulla pelle degli altri.

Pensavate di leggere una storia di sanità e di bimbi e avete letto di Consulta, di patteggiamenti, di leggi e di requisiti economici.

Antonio Madera

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