Reato di povertà, anche a Bologna le prime condanne. Con soddisfazione dell’Amministrazione del Sindaco Virginio Merola.
L’Amministrazione Comunale informa di aver utilizzato per la prima volta lo strumento del così detto “DASPO urbano” nei confronti di persone che – come recita il comunicato – “erano sdraiate su materassi e accerchiate da numerose masserizie”.
Cosa facevano lì quelle persone? Una performance? Un picchetto? Un’installazione artistica?
No. Quelle persone sono povere e non hanno un posto dove dormire. E sono state sanzionate e punite per reato di povertà.
La nota dell’Amministrazione si conclude così: “al termine della contestazione dei verbali, tutte le persone si sono allontanate consentendo la pulizia dell’area”.
Persone spazzate via, con le poche cose che possedevano. Pulizia è fatta. Per la giustizia toccherà aspettare.
Siamo così amareggiati e disgustati da questa notizia che anche commentarla ci risulta difficile.
Del resto l’applicazione del “DASPO urbano” anche a Bologna era nell’aria: il sondaggio telefonico che sta svolgendo il Comune sul tema della sicurezza conteneva già tutta l’adesione della Giunta Merola al vento xenofobo e populista che soffia sempre più forte in Italia e in Europa, un vento che porta a stigmatizzare lo stato di bisogno e la povertà come una colpa.
Già in primavera avevamo chiesto che il Consiglio Comunale di Bologna si rifiutasse di usare questi strumenti, ma la proposta era stata respinta dal Partito Democratico.
Faremo di tutto affinché la Bologna civile si rivolti contro questa guerra ai poveri che ha sostituito l’unica guerra che un’amministrazione decente dovrebbe intraprendere: quella alla povertà.
Valuteremo inoltre se ci sono i margini per avviare ricorsi contro provvedimenti di questo tipo.

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