A novembre avevamo denunciato, dopo quella dei supermercati, una nuova invasione: quella degli impianti per la distribuzione di carburanti. Undici nuovi impianti da realizzare su terreni agricoli, di cui ben sette nel solo Quartiere San Donato-San Vitale (quattro, guarda caso, sulla strada per FICO. Avete presente? Il parco divertimeti del cibo al quale, secondo l’Amministrazione, si sarebbe arrivati in bus e bicicletta…).
Undici nuovi impianti di istribuzione carbrante di cui la città non ha nessun bisogno.
Eppure, a novembre 2017, viene presentata la delibera “urgentissima” per l’adoziane del Piano Operativo Comunale corrispondente. L’iter è quasi completo, le aree individuate, le maifestazioni di interesse da parte delle catene di distribuzione sono espresse, la delibera è talmente urgente che si vuole la discussione in Consiglio prima che vengano espressi i pareri obbligatori dei Quartieri interessati, San Donato-San Vitale, Navile, Borgo Panigale-Reno, cosa totalmente irrituale.
Come Coalizione Civica ci opponemmo duramente a questa accelerazione e chiedemmo di poter visionare tutte le carte e discuterle innazitutto nei territori e con i cittadini e nei quartieri dove siamo presenti esprimemmo parere negativo all’intero piano.
Gruppi di cittadini e cittadini si mobilitarono, soprattutto nel Quartiere Navile, preoccupati dalle conseguenze in termini di traffico e inquinamento derivanti dal piano.
Infine i tre Quartieri licenziarono pareri fortemente critici, come già aveva fatto il settore ambiente con un parere rimasto a quanto pare inascoltato, bocciando sette delle undici proposte di insediamento e “salvando” con i voti della maggiornaza PD e con qualche prescrizione:
Borgo Panigale Reno, S2 viale Alcide De Gasperi;
Navile S3 via Piccinini;
San Donato-San Vitale, S10 via G. Marescotti e S11 via G. Marescotti angolo via Villanova (per la cronaca: avevamo fatto notare in sede di discussione in Consiglio di Quartiere, come le due proposte “salvate” a San Donato-San Vitale fossero state persentate da un unico soggetto: Coop Adriatica S.c.a.r.l.).

Oggi possiamo dire che l’invasione dei distributori è respinta: lo scorso 26 gennaio dal Dipartimento Riqualificazione Urbana del Comune di Bologna si arriva una richiesta di ritiro della delibera di adozione del POC in oggetto, con queste motivazioni:

Il ritiro si rende necessario in quanto i Quartieri competenti per territorio hanno espresso pareri negativi su diverse delle localizzazioni di nuove impianti proposte.

La comunicazione poi continua con:

La necessità di esaminare queste esclusioni, peraltro sulla base di motivazioni non coerenti con i “Criteri per la realizzazione di nuovi impianti di distribuzione dei carburanti” approvati dal Consiglio Comunale con deliberazione O.d.G. n. 304/2012 del 29 ottobre 2012, P.G. n. 219377/2012 che guidavano le scelte urbanistiche in corso, rende inevitabile una revisione complessiva dello strumento urbanistico che si intendeva adottare anche alla luce delle novità introdotte nella pianificazione dalla L.R. 24/2017 approvata il 21 dicembre ed entrata in vigore il 1 gennaio 2018 e che ha abrogato la L.R. 20/2000.

Ora chiediamo il ritiro dell’intero Piano Operativo Comunale! Non la sua “revisione”.
Perché l’unica domanda da porsi era ed è: Bologna ha bisogno di nuovi distributori? La risposta è NO. Soprattutto se con il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile l’intento è diminuire il traffico veicolare privato.
In Italia e anche a Bologna i distributori sono troppi e spesso obsoleti, non abbiamo bisogno di nuovi impianti, ma di modernizzare quelli esistenti. Basta citare i numeri: in Italia ci sono circa 21.000 stazioni di servizio. Record assoluto di distributori in Europa. La Germania con 82 milioni di abitanti ne ha circa 14.000. Questo POC, oltre che dannoso, è inutile e va ritirato.

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