Bologna non pervenuta…

Oggi Andrea Chiarini, scadendo leggermente rispetto al consueto livello del suo stile, nel riportare indiscrezioni vaghe da salotto, torna ad accreditare la favola che “qui a Bologna il Pd è una cosa diversa da Renzi”. E’ una strana diversità, fatta di mezze parole dette a bassa voce o non dette affatto, di opinioni presunte, e, al massimo, delle dichiarazioni di convenienza – non riservate a Chiarini e ai salotti, ma distribuite a pioggia all’intera cittadinanza.

Una “diversità” che sarà presto messa alla prova, interessando non solo il Pd ma anche i suoi più vicini alleati, quando sarà il momento di votare sì o no al referendum su quella riforma della Costituzione che di Renzi è carne, sangue ed essenza, e che sempre di Renzi porta la firma. La campagna per il voto al referendum di ottobre è già in pieno svolgimento in tutta Italia, così come si moltiplicano le dichiarazioni di voto e le esternazioni un po’ dovunque.

Dovunque ma non a Bologna, che qualcosa di differente alla fine sembra avere davvero. In città il Pd non si sbilancia sulla riforma costituzionale – e così fanno i suoi più stretti e fidati alleati.

A Bologna dichiarazioni di voto e prese di posizione restano latitanti, i candidati Pd, Sindaco in testa, sembrano colpiti da un pudore virale che inibisce la stessa parola, e che deve aver contagiato anche i più orgogliosi e specchiati alleati, molto simile a quella “vergogna” a cui  lo stesso Premier/Segretario ha invitato i suoi adepti a sfuggire, per aderire invece a testa alta al Partito della Nazione.

E al pudore virale fa seguito un diffuso, altrettanto virale e, come usa dirsi, “assordante”, silenzio.

Tace il Pd, tace il Sindaco Merola – che sfugge anche qui, come su ogni altro argomento, all’invito al confronto -, tace la giovane sorridente capolista che finirà per esser votata il giorno sbagliato, tacciono, allineati e coperti, tutti i pur numerosi candidati, così come tacciono gli alleati.

Con esplicito spudorato tatticismo, il segretario regionale del Pd aveva detto che, a Bologna, come in altri Comuni, prima del referendum ci sono le elezioni amministrative – dunque, semplicemente, la campagna referendaria affidata alla capillare e insidiosa forza di fuoco della rete di Feste dell’Unità, ”comincerà più tardi”,  dopo che i cittadini avranno votato un Sindaco senza sapere come la pensa sulla riforma costituzionale…

Con simile tatticismo – ma svelando una goffa inattesa disinformazione – il Sindaco ha tentato di rispondere, lo scorso 25 aprile, all’attacco frontale diretto al disegno renziano dall’ANPI, quando Merola ha invitato a “lottare insieme perché sia esclusa dalla riforma la prima parte della Costituzione, relativa ai Principi fondamentali” – parte che, come è noto, fra gli altri, anche all’ANPI, non è formalmente oggetto di riforma…

Sappiamo però – a dispetto di quel che sappia o non sappia Merola – che proprio quei Principi che formalmente non saranno toccati, assieme ai diritti dei cittadini, già aggrediti dalla legislazione ordinaria, dall’era berlusconiana all’ultima stagione del governo Renzi, finiranno di fatto con l’essere inficiati proprio dalla riforma Renzi, che, approvata da un Parlamento eletto in base a una legge incostituzionale, agisce profondamente sulla seconda parte della Costituzione e sulla distribuzione orizzontale e verticale dei poteri, sbilanciando l’assetto della Repubblica su un predominio sostanziale, e tendenzialmente privo di contrappesi efficaci, dell’esecutivo.

Per queste ragioni, è indispensabile che Virginio Merola rompa il silenzio vergognoso che ricopre Bologna come una coltre di nebbia,  per dire finalmente ai cittadini che cosa pensa della proposta di riforma costituzionale, e come ha intenzione di votare al referendum di ottobre.

Non “dopo” le elezioni amministrative, ma prima, adesso.

I cittadini hanno il diritto di sapere adesso se Merola condivide la torsione autoritaria e neocentralista implicita in quel progetto di riforma, prima di decidere se potrà essere ancora il loro Sindaco oppure no.

I cittadini hanno il diritto di sapere che cosa si nasconde dietro il silenzio, le rassicurazioni, e i simpatici spot con umarells consenzienti: che cosa realmente si prepara per loro, per la pienezza dei loro diritti, dietro la facciata sorridente del “sempre meglio”?

E ancora di più avrebbero diritto di chiederlo a chi fra gli alleati di Merola pretende di giocare il ruolo di coscienza pensante, “dalla parte degli ultimi”, la lista Frascaroli – a cominciare da colei che, con sommo atto di umiltà, ha ritenuto di denominare l’intera lista col proprio nome di battesimo, quasi a implicare una propria acclarata universale notorietà urbi et orbi.

Sarebbe interessante conoscere, per esempio, che cosa ne pensa la signora Amelia delle posizioni espresse di recente sulla Costituzione da Raniero La Valle (“Se c’entra la fede”, in http://www.libertaegiustizia.it/2016/05/03/se-centra-la-fede/).

Che il Sindaco non si perda, allora, nel cercar d’impedire manifestazioni a priori valutate come di un ”genere” pernicioso per la quiete pubblica, per consolidare la sua éntente cordiale con l’olimpico Casini ai danni dell’intero Quartiere Santo Stefano, preparando assieme a Giorgetti la stagione degli sgomberi di mezza estate per la gioia dei raminghi irriducibili orfani casiniani.

E che Frascaroli smetta di lagnarsi ogni giorno di quanto lei stessa soltanto un mese fa, nell’allegra brigata di Giunta (tanto allegra da aver prodotto in lei un’irrefrenabile nostalgia), accettava di buon grado, da quel Pd così “diverso” da Renzi che ci sarebbe a Bologna.

Che mostrino dignità politica, e non solo piccolo cabotaggio, che rispondano, entrambi, alla domanda sulla Costituzione.

 Possibilmente, motivando la risposta…

 

 

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