La crisi nel Quartiere San Donato è una questione politica, non personale.

By 18 Ottobre 2025comunicati, notizie

La crisi nel Quartiere San Donato è una questione politica, non personale.

Da oltre un anno abbiamo posto, nelle sedi politiche della coalizione di maggioranza, un problema di fiducia e di agibilità politica nei confronti della presidente di Quartiere, Adriana Locascio.

La perdita di fiducia politica nei confronti della presidente non è un fatto improvviso: è il risultato di un lungo periodo di conflitti, difficoltà relazionali e gestionali, che hanno compromesso la possibilità di lavorare insieme per il bene della comunità.

In questi quattro anni di mandato la presidenza si è dimostrata sorda alle esigenze di una migliore gestione dell’ufficio di presidenza, di condivisione degli impegni istituzionali e delle informazioni, di gestione dei rapporti con le minoranze. Abbiamo sempre sottolineato le mancanze nell’ascolto dei cittadini, nei consigli aperti e in altri momenti, le difficoltà col tessuto associativo del territorio, le carenze in ogni attività partecipativa che avrebbe dovuto caratterizzare l’operato del quartiere e nella gestione dei conflitti più aspri che ha lasciato lacerazioni.

Con senso di responsabilità, nella speranza che si potesse trovare una soluzione condivisa, capace di ristabilire le condizioni per proseguire serenamente il lavoro amministrativo e politico previsto dal programma di mandato, abbiamo segnalato queste problematiche.

Purtroppo, nonostante il tempo e i numerosi confronti, non si è voluto affrontare il nodo politico e individuare un nuovo corso che restituisse al Quartiere il buon funzionamento istituzionale e il clima di collaborazione necessario.

A tutto ciò, si è aggiunta una vicenda molto grave, che ha coinvolto direttamente Coalizione Civica come parte lesa.

Nel corso del 2023 e dei primi mesi del 2024, sono circolate diverse mail anonime dal contenuto diffamatorio, inviate a istituzioni, organi di stampa e soggetti politici. In quelle comunicazioni venivano accusati senza fondamento due nostri consiglieri di quartiere, Marco Trotta e Francesca Romana D’Amico, insieme alla cooperativa Eta Beta e alla nostra associazione Coalizione Civica Bologna, di comportamenti irregolari.

Le indagini avviate dopo la nostra querela a carico di ignoti hanno poi accertato che l’autore delle mail era il compagno convivente della presidente di quartiere, oggi formalmente imputato.

Per mesi e mesi, pur provando in buona fede a ritenere che non sapesse realmente da chi provenivano quelle mail — ovvero da casa propria, a quanto pare — la Presidente non si è mai nemmeno preoccupata di affrontare l’argomento con i suoi stessi consiglieri, alleati, compagni in questa avventura amministrativa, né ha chiesto chiarimenti o informazioni su diffamazioni che lei riceveva su di loro e sul Quartiere da lei presieduto.

Dalle carte abbiamo poi scoperto che il giorno prima dell’invio della prima mail diffamatoria, la Presidente avrebbe anche avuto un ruolo in prima persona nei confronti della cooperativa Eta Beta, invitandoli a discutere nel proprio ufficio assieme al suo compagno. Lo ribadiamo: il giorno prima dell’inizio della diffamazione tramite mail che lei stessa riceveva.

Se davvero la Presidente fosse completamente estranea sul piano politico (mentre al momento lo è sul piano giudiziario) avrebbe dovuto difendere il proprio Quartiere e i consiglieri alleati dalle accuse infamanti contenute nelle mail. Cosa che non è avvenuta, forse ritenendo normale o accettabile il fango che veniva gettato. Non spetta a noi entrare nel merito del procedimento giudiziario, che seguirà il suo corso. Tuttavia, è evidente che questa vicenda – per la sua natura e per il coinvolgimento diretto di figure pubbliche che operano nello stesso ambito politico e istituzionale – ha reso insostenibile il rapporto di fiducia necessario per proseguire il lavoro comune.

La vicenda giudiziaria non è la causa, ma la conferma di una crisi politica già evidente da tempo.

Per questo motivo, e dopo aver tentato per oltre un anno ogni via di dialogo e di soluzione interna, abbiamo scelto di non continuare a sostenere la presidenza di Adriana Locascio. Consideriamo inaccettabile che dopo un anno di tentativi di superare l’impasse venga buttata la palla in tribuna parlando di attacchi personali e sessisti. Per noi le rivendicazioni femministe sono battaglie serie a cui dedichiamo il nostro impegno politico ogni giorno: non accettiamo che queste vengano strumentalizzate.

Riteniamo che il Quartiere San Donato – San Vitale e i suoi cittadini e cittadine meritino istituzioni pienamente funzionanti, trasparenti e guidate da relazioni politiche solide e rispettose.

Considerando che la presidente non rappresenta più la maggioranza del Consiglio di quartiere, un cambio di presidenza è l’unica scelta responsabile per il Quartiere.

Auspichiamo che si apra finalmente una riflessione seria per consentire al Quartiere di voltare pagina e ritrovare piena operatività.

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