Programma

Il quartiere S. Stefano, che nella attuale ridefinizione assorbe buona parte dell’ex quartiere S. Vitale, si caratterizza, oltre che per la cospicua dimensione, pari a quella di una media città, per alcuni tratti essenziali, tra cui ricordiamo, senza alcuna pretesa di esaustività: la parte storica e centrale dell’università, il Teatro Comunale, la Biblioteca Ruffilli, con i suoi gruppi di lettura e le sue molteplici attività, sul piano culturale; alcuni tra i più belli e frequentati parchi di Bologna, come i giardini Margherita, la Montagnola, la Lunetta Gamberini, quanto al verde e alla vivibilità; un patrimonio storico-artistico imponente, con Chiese e palazzi, tra cui S. Domenico e l’Archiginnasio, che imprimono un inconfondibile fascino e che rispecchiano la più radicata tradizione della storia bolognese.

 

Compito primario di Coalizione Civica Per Bologna è quello di valorizzare al massimo grado queste situazioni di fatto, che offrono enormi opportunità, così come aprono il discorso su difficili e spesso annosi problemi.

 

Noi abbiamo deciso di fare un salto di qualità, rispetto alla prassi della normale comunicazione politica, sposando la via della chiarezza, fino al costo della brutalità. Ci sentiamo in obbligo di dire, al Cittadino Elettore, molto chiaramente cosa non ci va, e vogliamo cambiare, e cosa intendiamo costruire, con obiettivi misurabili. Ciò che di solito i politici si guardano bene da fare. Pertanto il nostro documento si articola in due sezioni, una parte esplicita ciò che vogliamo togliere, abolire, contrastare, e una seconda, in cui si dichiara con precisione quanto vogliamo costruire. Come nel Novum Organum di Francesco Bacone, avremo quindi di seguito una pars denstruens e una pars construens.

 

 

Cosa non va, e osteggeremo:

 

  • Ordinanze: siamo contrari a quelle in vigore nella zona universitaria: troppe regole, troppo confusionarie, incoerenti e discrezionali. Il sistema della repressione e delle multe, se non è accompagnato da un piano concreto che offra alternative allo stato di fatto, non può che essere inefficiente, creare malcontento, e, soprattutto, non risolvere alcun problema, danneggiando i residenti, la salute degli studenti e le attività imprenditoriali.

 

  • Scuola e laicità: siamo contrari all’imposizione di una identità confessionale all’interno delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, utilizzando sciaguratamente le circolari, come a seguito degli attentati di Parigi del novembre 2015, o promuovendo le benedizioni negli edifici scolastici. La scuola è e deve restare uno spazio laico ed accogliente nei confronti di ogni identità ed espressione religiosa senza privilegiarne alcuna. Al tempo stesso riaffermiamo la priorità costituzionale della scuola pubblica e ci batteremo affinché i finanziamenti comunali alle scuole dell’infanzia privata siano eliminati secondo l’esito ignorato del referendum cittadino del 2013 ed assegnati a risolvere i tanti problemi di quella pubblica.

 

  • Piazza Verdi e zone limitrofe: Siamo contrari all’uso sconsiderato dell’etichetta «degrado» con cui si equivocano, il più delle volte, le lacune del servizio di pulizia e di igiene pubblica che dovrebbe essere, per quantità e qualità, proporzionale all’aumento dei frequentatori della zona in alcune fasce orarie. Potenziare il servizio di svuotamento dei bidoni dei rifiuti e collocare macchine tritavetro è contemporaneamente una soluzione semplice e poco onerosa rispetto ai risultati ottenibili. Quanto alla «sicurezza», essa non si impone con la semplice presenza delle forze dell’ordine. ‘Bologna Si Cura’ collettivamente attraverso la cooperazione tra istituzioni e partecipazione attiva dei cittadini.

 

  • Mobilità: siamo contrari all’utilizzo di autobus giganteschi, i famosi “18 metri”, e alle loro varianti come i primi esemplari del Crealis ( il “figlio” del disastroso Civis): quanto meno nelle zone centrali, non sono adatti alla topologia e alle dimensioni metriche di una città ad esplicita struttura medievale. Quanto ai T-Days, va risolta la pressione del traffico oltremodo insostenibile in via Irnerio, soprattutto in concomitanza con il Mercato in Piazzola. L’uso di piccole navette non inquinanti ed un piano coordinato di pedonalizzazioni dentro il centro storico, ci sembrano le alternative da percorrere, senza concentrarsi esclusivamente sui T-Days, spesso assunti come una trincea ideologica.

 

  • Spazi in disuso: Siamo contrari alla politica degli sgomberi degli spazi che producono cultura, socialità, solidarietà e mutuo aiuto tra i cittadini, soprattutto se agli sgomberi seguono la costruzione di inutili muri a protezione di luoghi degradati e abbandonati da decenni, magari provocando aggravio per pagamento di penali o favorendo speculazioni edilizie. Si veda l’esperienza di Làbas: dove prima c’era il deserto ora c’è la disseminazione di legami sociali e forme di consumo critico che hanno migliorato la qualità della vita e delle relazioni di tutta la zona.

 

 

Cosa intendiamo fare:

 

  • Le botteghe dei saperi: costruire un legame reale tra la città e la nostra millenaria Università che vada al di là delle private strette di mano tra il Sindaco e il Rettore, di cui il cittadino viene informato sempre e solo a posteriori. Metteremo a servizio della città l’immenso patrimonio di competenze culturali e scientifiche dell’Università, instaurando un dialogo permanente fatto di incontri tematici. Occorre riempire di contenuti Piazza Verdi e dintorni, affinché non sia solo un “consumificio”. Va anche organizzata una raccolta differenziata seria e che incentivi al mantenimento della pulizia della Piazza. Va istituita la figura del “Sindaco della Notte”, una figura importata da metropoli europee come Londra, Berlino e Amsterdam. Minimo comune denominatore di queste città è la presenza di un “popolo della notte” che vive di cultura, di musica, di esperienze notturne, le cui esigenze vanno conciliate con un altro bisogno dei cittadini: il riposo. Il sindaco della notte farà convivere queste esigenze, semplificando e rendendo coerenti le norme e i regolamenti oggi in vigore. Quanto poi ai problemi di mobilità, riteniamo quanto mai opportuno introdurre tariffe agevolate per gli studenti, come avviene già per i dipendenti dell’Università, e come avviene nella maggior parte degli Atenei delle grandi città, vuoi per ragioni di equità, e vuoi per incentivare l’uso del mezzo pubblico.

 

  • Cooperazione etica tra i residenti, gli operatori, gli ospiti del quartiere. Le esperienze nelle quali i cittadini si organizzano autonomamente, senza dispendio per le casse pubbliche, per recuperare luoghi abbandonati e sviluppare progetti utili alla cittadinanza vanno salvaguardate e sostenute. Oltre alla salvaguardia di Làbas nei locali dell’ex caserma Masini, crediamo che la valorizzazione ed il recupero – attraverso percorsi di partecipazione attiva, eco-sostenibile e senza la necessità di colate di cemento – possa estendersi ad altre aree.

 

  • Vicolo Bolognetti: valorizzare la ormai ex sede del quartiere San Vitale, che invece sta andando verso un triste abbandono e svuotamento. Attorno alla biblioteca Ruffilli si sono già sviluppate notevoli attività culturali e artistiche, spesso frutto della spontanea creatività dei cittadini. Vanno salvaguardate e implementate. L’apertura di alcuni spazi, opportunamente attrezzati, anche alle organizzazioni studentesche per attività culturali, anche autogestite, oltre che andare incontro a un bisogno sistematicamente emergente, può risultare decisiva per decongestionare Piazza Verdi.

 

  • Teatro Comunale: Il patrimonio dei teatri e dei musei. Spicca per prima cosa la presenza del Teatro Comunale. È nelle nostre corde, come in quelle dell’attuale gestione del teatro, di incrementare l’interazione con il pubblico e di ampliarlo il più possibile. Siamo intenzionati a negoziare una serie di iniziative di tipo formativo, culturale, artistico, gratuite e aperte a tutta la città da collocare nel foyer. Una volta di più sottolineiamo l’effetto positivo su piazza Verdi. Va poi considerata l’enorme ricchezza presente nel quartiere: il Teatro San Leonardo, il teatro delle Moline, Ateliersi, i musei (sono tantissimi in questa parte della città: Museo della Musica, Davia Bargellini, Risorgimento, Casa Carducci e Casa Morandi, tutto il sistema museale d’Ateneo e la Pinacoteca e tutto il patrimonio storico e artistico); tutte realtà che hanno attività di estremo interesse ad esse collegate. Favorirle, espanderle, ma, soprattutto, renderle note alla città, e far sì che ad essa si aprano, sarà un nostro fondamentale obiettivo.

 

  • Parchi e spazi pubblici: un patrimonio inestimabile nel nostro quartiere. Iniziative possibili per la massima fruizione e la pulizia dei parchi e degli altri spazi pubblici del quartiere, per incontrare i bisogni, i desideri, le idee, di tutte le tipologie di cittadini e di famiglie, dai bambini agli anziani sino ai soggetti più deboli. Incrementare l’attraversamento del territorio e costruire iniziative extra-ordinarie con i commercianti e le realtà associative significa far girare l’economia, creare posti di lavoro, incrementare la sicurezza e il benessere dei cittadini. Vorremmo che anche i meravigliosi Orti medioevali di via Orfeo, anziché essere chiusi e privatizzati, tornassero accessibili a tutti i cittadini.

 

  • La scuola, il nostro futuro. Ribadiamo una volta di più la centralità della scuola nella nostra visione sociale. Scuola come conquista di metodo e di sapere critico, e non come semplice addestramento a un lavoro senza pensiero. Una scuola che deve essere prima di tutto laica, come hanno dichiarato di volerla i cittadini, seppure la loro chiara volontà sia stata fin qui incredibilmente e arrogantemente ignorata; pronta ad accogliere il “diverso”, e ad accomunare i portatori virtuali del nostro futuro, in una politica di integrazione anziché di contrapposizione religiosa, ideologica, etnica

 


LISTA

  • Matteuzzi Maurizio
  • Bidischini Isabella
  • Begaj Detjon
  • Boncompagni Margherita
  • Capecchi Vittorio
  • Ciancimino Francesco
  • Faggella Licia
  • Malorgio Enrico
  • Masciello Adele
  • Monetti Benedetta
  • Pizzoli Prisca
  • Rapini Andrea
  • Rovatti Toni
  • Stancampiano Laura
  • Tchaya Kemadjou Arnaud