Alle h.20.45 presso il Centro Costa ha inizio inizia il proseguo dell’assemblea plenaria di Coalizione Civica, convocata e poi sospesa per il giorno 18 aprile.
Presiedono Irene Soldati e Giancarlo Ambrogio Vitali. Si nomina segretaria dell’Assemblea Franca Antonia Mariani.  All’ ordine del giorno:
1) discussione e approvazione del regolamento sulla comunicazione;
2) istituzione di un organo di garanzia: semplice approvazione o meno della sua messa in cantiere;
3) discussione politica generale, nuovi scenari alla luce dell’esito elettorale, campagne per una primavera di lotta e di governo;
4) tempo permettendo, proposte per dotare Colaizione Civica per Bolgona di una sede ufficiale.

Irene Soldati descrive l’iniziativa del 20 maggio ai Prati di Caprara e al 20 Pietre, invita chi fosse interessato a prenotare il pranzo e sollecita la diffusione dell’iniziativa tramite volantinaggio. Annuncia la presenza in sala di un banchetto dove si può firmare il sostegno a tre leggi di iniziativa popolare.
Dato il mancato raggiungimento del numero legale corrispondente a 89 soci (mentre le presenze all’inizio sono solo 65, per diventare 74 nel momento di massima affluenza), i presidenti mettono direttamente in discussione il punto 3 invitando subito a riprendere la parola i tre soci che nella prima parte del 18 aprile hanno parlato con tempi molto contingentati.
Sono previsti 7 minuti per ogni intervento.
Brunella Guida propone di favorire il colloquio facendo assumere alla sistemazione delle sedie una disposizione circolare. La proposta è accolta con un applauso e si procede a cambiare la disposizione dell’aula.
Andrea Garofani, stante un quadro nazionale così confuso, ritiene sia meglio non schierarci nel dibattito nazionale e piuttosto affrontare la discussione politica focalizzandoci su Bologna e le elezioni del 2021. Non ci saranno più partiti e spunteranno molte liste civiche; noi dobbiamo difendere il patrimonio di Coalizione Civica e far capire che siamo davvero una coalizione civica, non un’accozzaglia di partiti. Nelle elezioni di 2 anni fa abbiamo avuto un buon risultato, non un grande risultato, pur in presenza di un candidato sindaco debole come Merola e di un candidato migliore di lui come Federico Martelloni. Forse ciò è successo perché abbiamo continuato a comparire come una élite.
A Bologna c’è un 10% che vota chi è a sinistra del PD, ma non si va oltre il 10%. La sinistra in senso ampio, comprendendo anche il PD, non prende voti nei luoghi popolari, ma nelle zone delle borghesia. Ora c’è la Lega che prende voti nei ceti popolari. Il tema dei migranti è fondamentale, è un problema e va affrontato con equilibrio. Occorre anche lavorare sul territorio e partire dai suoi problemi. L’iniziativa del 20 è molto importante perché riprende il tema dello sviluppo della città e della salute dei cittadini. Quindi, per aumentare la nostra attrattività, la ricetta può essere: 1) concentrarsi su B; 2) affrontare i nodi in modo chiaro e aperto (es: immigrazione); 3) lavorare sul territorio e sui temi dell’urbanistica e della salute. Attenzione anche al 2019. Lui l’ala sinistra di Lepore non la vuole fare; se anche ha dato sede a Làbas, ha fatto solo parte del suo dovere. Nessun approccio al PD.
Simona Ferlini non è d’accordo con Garofani. Il problema delle periferie è o guerra di classe o guerra tra poveri, come si vede, per esempio, anche nella scuola; nelle zone periferiche le classi sono talmente piene di extracomunitari che è difficile perfino imparare l’italiano. Questo naturalmente fa diventare gli immigrati un problema. Finché la politica europea non agisce diversamente, la società continuerà cosi e i padroni continueranno a vincere. Se Federico avesse vinto, cosa avrebbe dovuto fare? De Magistris denuncia che per trovare fondi si può solo vendere il patrimonio e aumentare le tasse, alimentando le disuguaglianze. Se si rimane all’interno delle mura cittadine, la situazione non cambia. L’unica prospettiva in cui lavorare è quella europea pensando ad un governo europeo dei cittadini europei. O guerra di classe o guerra fra poveri è una formula ineludibile.
Riccardo D’Attilio sostiene una posizione intermedia fra Andrea e Simona. Occorre pensare a Bologna come a una parte del tutto. E’ assolutamente necessario studiare azioni da mettere in campo per una nuova integrazione, che superi per il problema degli stranieri. Occorre ricercare un equilibrio fra le classi, immaginare attività che invitino a far parte della vita pubblica coinvolgendo sia i cittadini italiani sia quelli stranieri.
Luca Basile si chiede come facciamo a fare quello che dice Andrea e contemporaneamente essere attrattivi? Non possiamo ricordarci di essere un soggetto politico sul territorio solo ogni 5 anni. Ricorda che Bookchin parla di confederazioni di liste civiche che hanno senso solo se hanno una rappresentanza sul territorio. Rileva inoltre che sia il quadro europeo sia le elezioni nazionali non ci consentono un protagonismo adeguato. Occorre invece estendere la nostra proposta politica all’area metropolitana. Dobbiamo inoltre diventare efficaci anche a Bologna nei quartieri in cui ora non siamo rappresentati e dobbiamo quindi estendere la nostra rete. Le elezioni regionali saranno a novembre 2019, a un anno e mezzo delle prossime amministrative, previste per il 10 giugno, quando 250 comuni andranno al voto in Emilia-Romagna. Potremmo iniziare un lavoro di esplorazione per creare una confederazione di liste civiche che lavorano ognuna sul proprio territorio ma in grado di poter agire tutte insieme in regione. Ad esempio, Pizzarotti a Parma è civico e lavora su lavoro e ambiente. Così apriremmo ad altri mondi che attualmente non stiamo raggiungendo. Non chiede di decidere oggi, ma di costituire un gruppetto che cominci a lavorare al progetto. Gli piacerebbe ridiscuterne per tornare ad incontrarci in assemblea fra 3 mesi e riparlarne.
Sergio Caserta presenta il contributo di analisi del voto che ha inviato non è professionale, per mancanza di tempo e competenza tecnica. Se lo si ritiene utile, si offre di approfondire. La
situazione si sta evolvendo in modo così veloce e imprevedibile, con una sinistra così sprofondata, che è difficile non tener conto della situazione nazionale anche nel pensare alla situazione cittadina. Sull’immigrazione bisogna fare una analisi rigorosa e con dati certi. Serviranno a breve 150 milioni di migranti in Europa. La sinistra non ha elaborato niente, ma un soggetto politico deve avere una sua strategia. LEU e PAP si sono già squagliate. Bisogna fare scelte importanti e anche radicali dal punto di vista dei contenuti.
Brunella Guida parte dalle domande che si poneva Sergio. LEU ha proceduto con metodo vecchio e svuotato, ricostruendo una sinistra fine a se stessa nei modi e nei contenuti. Se anche fra le nostre fila c’è questo senso di estraneità più che di amarezza, bisogna trovare strumenti davvero diversi; la risposta è in parte in quello che Coalizione Civica ha voluto e saputo fare, lavorando a Bologna sulla città, ma con la capacità di porsi domande e di cercare la chiave per usare strumenti nuovi e di vicinanza. Trova interessante la proposta di Luca che permette di continuare ad essere Coalizione Civica e al tempo stesso di entrare in contatto con altre realtà che cercano, forse, le stesse risposte. Il lavoro sul territorio è la risposta a quello che unisce l’Europa, la politica, il mondo: il tema della non accessibilità, dell’impossibilità ad accedere ai diritti, negati dal sistema neoliberista. La negazione all’accessibilità delle città è presente anche nel ceto medio in quanto il sistema fatto di mancanza di pianificazione nega ormai l’accessibilità a cose che erano ormai ritenute scontate: marciapiedi, mezzo di trasporto, scuola…
Rispetto a situazioni di marginalità, il diritto ormai cessa di esistere e si agisce per lo più è tramite la sussidiarietà. Occorre provocare empatia fra persone diverse con problemi diversi.
Elisabetta Zoni, i diritti basilari cominciano a mancare anche a chi un po’ di risorse le ha. I temi dell’immigrazione e della sicurezza non vanno affrontati in sé, ma legandoli ai temi
della povertà, della mancanza della casa, della salute, temi che sono veri anche per gli italiani. Sperimentare la democrazia come rappresentanza di municipalità può essere un
modo diverso ed efficace di affrontare il problema politico senza dimenticare la dimensione nazionale e quella europea.
Michela vive a Bologna da un paio di anni, e trova che non ci sia problema con gli immigrati; le dà più fastidio la mafia o l’evasione fiscale. Pensa che ci stiamo concentrando su problemi piccoli e dimentichiamo quelli grandi. Non è iscritta a Coalizione Civica, è venuta ad ascoltarci perché la sinistra si è andata allontanando dal mondo reale e i partiti vanno avanti a slogan. Da noi si aspetta persone che cercano davvero risposte. E’ d’accordo con Luca che bisogna cercare altre formazioni con gli stessi interessi.
Leonardo Mariotti per 25 anni la sinistra ha negato i problemi, poi si paragona a quello che dicono la Lega e FI e si consola pensando di dire qualcosa un po’ migliore. Qualcuno si è ribellato e la soluzione è stata un modello calato dall’alto, per niente calato sulla società. La sinistra radical chic non ha fatto un’analisi di quello che non va. Quello che occorre fare è rimettersi in relazione con le persone, avvicinarle, senza cedere alla tentazione di dire che non c’è più destra e non c’è più sinistra; dobbiamo ripartire lavorando sul territorio con l’indagine sociale per comprendere e capire i problemi percepiti dai cittadini. Ritiene ottima la strada tracciata da Bookchin e da Luca. Come dice Simona, dobbiamo ragionare sulla dimensione europea, ma dobbiamo farlo partendo dal basso. D’accordissimo con Luca
Claudia Marà, Leonardo e Michela hanno già detto cose che voleva dire anche lei. Per quanto riguarda la migrazione, Bookchin parla della città come dello spazio migliore per integrare veramente. Il cittadino che viene da fuori, se viene accolto bene si mescola e diventa cittadino attivo. Sono anni che si dà una connotazione negativa all’immigrazione e Minniti è stato solo l’ultimo. E’ fondante il comprendere se vogliamo prestare la spalla a chi dovremmo combattere. Sono d’accordo che bisogna cambiare i trattati, cambiare i meccanismi che ci strangolano, ma creare un momento europeo senza guardarci intorno non può andare. Coalizione Civica sta bene nella città metropolitana che comunque è una grande periferia. E’ d’accordo con Basile.
Federico Martelloni, più che esibire i nostri dubbi, dovremmo muoverci su un asse fra i dubbi e quello che Coalizione Civica sta facendo. Ha senso cambiare la politica sull’asse destra/sinistra. Dovremmo con modestia ragionare di quello che siamo in termini di compatibilità con quello che stiamo facendo. Non si fermerebbe sulle divaricazioni emerse: più che ragionare di dove sono assunte le scelte, si porrebbe la domanda di dove potremmo essere più forti, certo non a livello nazionale, forse a livello europeo. E’ vero quello che ha detto Simona ed è vero che le nostre relazioni inizialmente sono state più vicine a municipi lontani, come Barcellona. Quella è una Spagna che dovremmo continuare a frequentare. La regione può essere affrontabile; abbiamo anche
lavorato su una legge regionale. Interessante la proposta di Luca. Per i rider c’è un’ipotesi di intervento legislativo in Piemonte. Il dato più rilevante delle elezioni è la profonda domanda di cambiamento. Che domande c’erano nel voto del sud? Qui da noi c’è aumento di ricchezza, ma come cresce e come si ridistribuisce questa ricchezza? Dobbiamo rispettare la nostra natura e continuare a pensare la ridistribuzione del potere di Coalizione Civica come una continua cessione di sovranità.
Francesco Gentilini, andrà presto a fare un workshop su municipalismo ed ecologia; ci sono altri posti ed invita chi fosse interessato ad iscriversi. Denuncia la corrente criminalizzazione preventiva dei migranti ed il collegamento, che il PD fa, fra immigrazione e sicurezza , cosa non corretta. Occorre invece parlare di distribuzione del reddito. Annuncia che, nel quadro delle iniziative di Città Pubblica, Coalizione Civica sta organizzando un evento a metà giugno sul tema del lavoro. Con riferimento alla notizia, che molti annunciano trionfalmente, di un ciclo espansivo di Bologna, fa notare che questa espansione la pagano le situazioni fragili, come quella dei camerieri pagati 5€ l’ora o i rider. Se ne ricava che il ciclo espansivo è quello dei padroni. Ne parleremo a metà giugno nel quadro della nostra iniziativa sul lavoro. Si chiede poi perché non possiamo arrivare noi al ballottaggio nelle prossime amministrate comunali? Abbiamo ancora due anni
davanti e possiamo, dobbiamo crescere. Coalizione Civica ha un potenziale enorme, e queste intelligenze devono uscire, andare strada per strada . La proposta di Luca lo interessa, sarebbe da proiettare anche sulle esperienze nazionali ed europee. Noi siamo quelli che propongono una differenza di metodo, facendo alleanza con chi ha subìto scelte predatorie. In uno scenario demagogico vincerà sempre chi fa promesse a vuoto; noi diamo la possibilità anche e soprattutto alle persone più in difficoltà di rappresentare loro stessi, di avere una voce. Coalizione Civica o continua ad incrementare la sua capacità di mutualismo o è giusto che muoia.
Emily Clancy, sono da valorizzare tutti i diversi piani emersi nel dibattito, perché attengono alla natura di Coalizione Civica, come è stato nella campagna elettorale. La forza di Coalizione Civica è affrontare i problemi pratici nella città, attingendo anche dalle relazioni con le altre città ribelli e lontane. Ritiene, per esempio, che sia opportuno regolare la vita notturna non con un’ordinanza che vieta la birra, ma chiamando i sindaci della notte del centro Europa per far spiegare ai cittadini cosa hanno fatto per risolvere il problema. Quando ci fu la crisi dei tornelli, non avemmo il coraggio di mettere tutti gli attori attorno ad un tavolo. Ma l’avremo invece il 20 durante l’evento ai Prati di Caprara. Solo noi possiamo chiamare l’assessore Piscopo di Napoli e Ada Colau di Barcellona e chiedere come hanno fatto a risolvere problemi analoghi ai nostri. Quando Coalizione Civica partecipa con una sua identità precisa a definire un programma, rafforza anche la
sua identità. Coalizione Civica deve toccare tutti i piani, da quello locale a quello nazionale, portando avanti le proprie battaglie per cercare di realizzare in concreto quello che è stato il nostro slogan in campagna elettorale: “La città meno diseguale d’Europa”.
Giuseppe Scandurra, premettendo di non esserci stato nella prima parte dell’assemblea, afferma di non capire perché si metta la questione su un piano dicotomico. Se dovessimo trovarci a negoziare con altri il governo di Bologna, dovremo essere forti e dobbiamo quindi fare in modo di avere qualcosa che ci renda forti. L’oggetto del confliggere non c’è. La campagna politica deve partire.
Giancarlo Ambrogio Vitali, propone una considerazione elementare. In realtà non c’è contrapposizione fra un pieno impegno municipale e l’idea di allargare lo sguardo in una dimensione, per esempio, regionale. Lavorare con Coalizione Civica che presidia quotidianamente tutti i temi che attraversano la città – grazie ai nostri consiglieri in comune e in quartiere e alle iniziative in corso e future – cercando di rafforzarne la presenza e il consenso, significa creare rapporti diffusi proporzionalmente forti invece che subalterni: ammesso – e lo spero – che continuiamo a pensare a Coalizione Civica come ad un organismo politico vivente per il quale valga la pena continuare a impegnarsi, è questo che dobbiamo fare. Se riusciremo a diventare e ad essere un esempio di successo locale riusciremo anche ad avere la credibilità per indicare e partecipare a cammini più vasti, per esempio alla rete regionale municipalista di cui parlava Luca. Voglio infine affermare che
Coalizione Civica per Bologna con tutte le sue fragilità organizzative avrebbe ancora la possibilità di crescere ed affermarsi in modo esemplare se ritrovassimo quel clima, quell’unità di intenti, quell’amicizia che ci ha caratterizzato nel corso della nostra campagna elettorale. In sostanza, concentriamoci sul lavoro in città se vogliamo contare e avere un peso anche in una prospettiva regionale e perfino europea, là dove si prefigura la possibilità di fare rete con esperienze simili alla nostra.
Marina D’Altri, condivide molto di quanto detto. Invita chi adesso non lo stia già facendo ad aiutarci nei lavori per l’organizzazione del 20 maggio; questa è un’iniziativa che crea cittadinanza. La nostra funzione è non solo essere civici, ma contribuire a rigettare le basi della società civile che, durante la crisi economica, ma già da molto prima, si è sfilacciata, frantumata, è andata in mille rivoli. Non “ripartiamo dai territori” perché nei quartieri dove siamo presenti il lavoro che stiamo facendo è di lunga lena e contribuisce a collegare le istanze locali, di quartiere, il “ dietro l’angolo” con i grandi temi nazionali e transnazionali (salute, ecologia, etc). Questa è, a mio parere, la cosa nella quale siamo riusciti meglio.
Danilo Gruppi, comunica di non fa parte di Coalizione Civica, pur avendo partecipate nella fase iniziale. Se si ritrovasse la strada per costruire l’amicizia che c’era alle origini si potrebbero avere risultati davvero interessanti. Pensa che Coalizione Civica dovrebbe rispondere alla domanda “Cosa voglio fare da grande?”. Se si ritiene ancora attuale il tema di governare la città, la risposta è rassicurante. Questo è uno dei pochi luoghi in cui si discute su quello che succede in città. Ci sono trasformazioni che fanno tremare. Il tema della sicurezza è collegato alla povertà. Si sta tornando alle vecchie mutue. I precari saranno sempre più precari. Anche la trasformazione economico/produttiva è forte: la manifattura si sta restringendo e si espande il lavoro povero. Quanto al tema
ambientale/infrastrutturale, si stanno facendo scelte che sono definitive e terribili. Sarebbe bene dire qual è il fine di fondo di Coalizione Civica; se è candidarsi alla direzione della città, servono idee nuove, per esempio: quanto incide il costo dell’asilo nido sul budget di una famiglia? E’ un costo devastante. Se questa è l’ambizione di Coalizione Civica, bisogna lavorarci da subito.
Riccardo, il risultato nazionale è di default. Si è votato Lega o 5S perché non c’era altroda votare.
Fausto Tomei, dà alcune indicazioni relative all’evento del 20. 1) In fondo alla sala ci sono molti volantini. Prenderli e distribuirli. 2) L’incontro al mattino del 20 è alla fermata Emilia
Ponente dell’autobus 3) Portare guanti, cartelli e pennarelli e dare a tutti indicazioni dine 4) Chi resta a pranzo lo dica ad Andrea entro il 15 per potere calibrare le quantità di cibo 5) Portate un sacco di gente.
Stende il report Franca Antonia Mariani.
La seduta è tolta alle h. 23.00

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