È appena terminata la conferenza stampa di presentazione del “Sommario per decisori”; anticipazione e sintesi del sesto rapporto dell’IPCC sulla # crisiclimatica che uscirà nella sua versione completa nel 2022. Il precedente era stato redatto nel 2013. Il messaggio del gruppo di lavoro intergovernativo (al quale hanno contribuito 234 scienziate e scienziati di tutto il mondo che hanno fatto una sintesi di circa 65.000 articoli scientifici) è chiaro e laconico.
Siamo nel bel mezzo di una crisi climatica senza precedenti, indubitabilmente legata all’attività umana. In particolare, all’eccesso di emissioni in atmosfera di gas serra spinte da una economia incontrollata e che non accetta limiti. “L’odierno Rapporto è un codice rosso per l’umanità. I campanelli d’allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili: le emissioni di gas serra dovute alla combustione di combustibili fossili e alla deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo a rischio immediato miliardi di persone”, ha rilevato # Guterres , segretario generale dell’ONU. “Se uniamo le forze ora, possiamo evitare la catastrofe climatica”. Ma, come chiarisce il rapporto di oggi, non c’è tempo per i ritardi e non c’è spazio per le scuse. Conto sui leader di governo e su tutte le parti interessate per assicurare che la COP26 sia un successo”. Le grafiche mostrate durante la presentazione non mostrano dubbi sulla responsabilità umana e sulla gravità della crisi. Gli attuali livelli di CO2 sono i più alti da 2 milioni di anni, temperatura e livello del mare stanno salendo con una velocità mai vista negli ultimi 3000 anni, i ghiacci artici e ghiacciai sono ai minimi da 2000 anni a questa parte. Inoltre, la salute dei nostri più grandi alleati, le grandi foreste e la vegetazione in generale, e gli oceani, stanno mostrando preoccupanti segnali di sofferenza e sono a rischio di diventare potenziale emettitori di CO2 invece che assorbirla. Del resto, basta fare un giro sulle nostre colline, per constatare quanto il caldo e il secco persistente abbiano sostanzialmente costretto la vegetazione ad andare in letargo, e quindi bloccare l’assorbimento di CO2, per non rimanere sostanzialmente senza acqua. Le condizioni tipiche della Sicilia interna si sono sposate sulle nostre colline mentre la Sicilia ci si appresta a fronteggiare temperature che in questi giorni sono previste superare in maniera diffusa i 45°C. Ma il rapporto dà speranza e mostra, dati alla mano, che se si inizia una rapida decarbonizzazione, c’è la possibilità di fermare l’aumento di temperatura entro il 2050, mantenendola sotto la soglia di grave pericolo dei 2 gradi. Per evitare l’irreparabile bisogna però agire ora, nell’arco al massimo di qualche anno. Le prossime amministrazioni avranno quindi una importantissima responsabilità e lavoro da compiere e questo potrà essere fatto solo con una grandissima collaborazione partecipazione di tutta la società civile

Federico Grazzini

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