Noi non vogliamo l’immaginazione al potere” avverte oggi Merola, e sinceramente non avevamo dubbi. Vogliamo invece, aggiunge subito dopo, giocherellando con le parole, “dare potere all’immaginazione delle persone”. Un lodevole intento.

C’è da chiedersi, però, che cosa resti da immaginare, nella Bologna che Merola in questi cinque anni ha confezionato e sigillato per noi e per il nostro futuro, e quali siano gli spazi in cui il “cantiere dell’anima”, che il Sindaco pro tempore dichiara di voler aprire, potrà realisticamente avviare i propri lavori.

Immagina. La città in cui Merola ha “sbloccato i cantieri delle grandi infrastrutture” è la città sulla cui pelle sarà realizzato il Passante di Mezzo, senza nessun rispetto per l’opinione dei cittadini dei Quartieri Navile e San Donato, che subiranno fisicamente, con i propri polmoni e con quelli dei loro figli, le ricadute venefiche del nuovo sovradimensionato fascio autostradale.

Che cosa mai immaginare, se il “cantiere dell’anima” sarà aperto all’ombra cupa e incombente del Passante, che cosa se non i mesi e gli anni di vita che andranno perduti, le precoci patologie croniche dell’apparato respiratorio che colpiranno ragazze e ragazzi, che cos’altro se non la crescente perdita di valore delle abitazioni un tempo acquistate al prezzo dei propri risparmi, assieme allo scadimento generale della qualità di vita, o alla disperata ricerca di percorsi di fuga e trasferimento, verso l’esterno, verso la pianura, verso l’altrove, comunque, da Bologna?

A supporto della giustezza della sua intempestiva (o troppo tempestiva) decisione, Merola ha avuto il coraggio di suscitare, grazie anche all’interessamento diretto del Pd, un documento “spontaneo” di apprezzamento sottoscritto da un certo numero di colleghi Sindaci dei Comuni metropolitani, tra i quali i primi cittadini proprio di quei Comuni di Pianura che sarebbero stati attraversati, secondo l’ipotesi scartata, dal superato Passante Nord. E questi Sindaci di Merola parlano bene: si è sacrificato per noi – dicono, ha avuto il coraggio di metterci la faccia…

Quello che i Sindaci dicono invece solo tra le righe, è che il “sacrificio” di cui innegabilmente si tratta, risparmiato ai loro periferici elettori, sarà sostenuto ora direttamente dai cittadini di Bologna. Saranno i cittadini di Navile e di San Donato, a “sacrificarsi”. E non per scelta, ma per imposizione.

Dopo che, a dispetto dello Statuto comunale che “riconosce nell’informazione la condizione essenziale per assicurare la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica”, l’informazione è stata invece completamente negata, al punto da sollevare dubbi di legittimità sostanziale della decisione assunta sottoscrivendo l’Accordo per il Passante, ci sarà, si dice ora, la consultazione dei cittadini, e durerà quattro mesi. Potranno i cittadini proporre di tornare indietro sulla decisione presa? La risposta è già stata data. No.
Immagina.

Nell’entusiasmo immaginifico, il Sindaco Merola addita ciò che a lui pare dover essere “sotto gli occhi di tutti”, come il completamento della Stazione Alta velocità</strong>, noto ovviamente a tutti cittadini ed in particolare ai pendolari, o quello dei “lavori per la realizzazione del più grande parco tematico dedicato alla filiera agroalimentare”, che nient’altro sarebbe se non il noto FICO, opportunamente brandizzato, peraltro largamente fuori tempo massimo, dal duo COOP-Farinetti, un privato talmente potente da esigere una rete di trasporto dedicata (che sia poi il nuovo tram o semplicemente e più banalmente una nuova strada, poco cambia), finanziata, ovviamente, dall’ente pubblico e per questa via da tutti i cittadini…

Immagina. Una delle ultime volte che un Sindaco di Bologna ha “immaginato” il futuro della città, ha visto per sua disgrazia un rendering del People Mover, la monorotaia sopraelevata che dovrebbe assicurare il collegamento veloce fra Stazione e Aeroporto, i cui cantieri si sono aperti recentemente, e su cui pendono diverse inchieste, penali e della magistratura contabile, per reati che vanno dalla turbativa d’asta al danno erariale –mettendo una seria ipoteca sul futuro dell’opera e, quale che ne sia l’esito, sui tempi effettivi di realizzazione o comunque di risoluzione del caso.

Dal giorno in cui qualcuno “immaginò” il People Mover, per adeguarsi ai ritmi imposti dall’incombente e imprevedibile “futuro”, sono passati sette anni, e quali sette anni! Un adeguamento efficace, indolore e fulminante…

Più che “imparare ad adattarci ai mutamenti”, il Comune di Bologna dovrà verosimilmente adattarsi alle conseguenze dei procedimenti penali e contabili – mentre i cittadini di Bologna, come da sempre hanno fatto, continueranno ad andare all’Aeroporto in auto o in taxi, oppure (ma saranno assai pochi) con il bus BLQ…

Qualcosa, in questi esempi, suggerisce che l’unica realtà davvero diversa che è possibile e consigliabile “immaginare” sia quella di una Bologna in cui non è più Merola, il Sindaco.

Al suo posto, ci piace immaginare un Sindaco che decide dopo avere ascoltato i cittadini e dopo aver discusso con loro, che non è vittima di ansie prestazionali tali da fargli credere che “pensare in grande “ equivalga sempre e comunque a mettere in campo “gradi opere”, che non guarda solo a un “futuro” da fantascienza scadente, ma è capace di voltarsi a parlare con quelli, tanti, che sono rimasti indietro, di ascoltare le loro ragioni, di capire come rimetterli al passo con tutti gli altri.

Un Sindaco che non crede nel “destino” delle città, ma nella buona volontà e nella disponibilità dei cittadini, nella capacità che siano i cittadini, tornando a fare politica, a prendere in mano,per quanto possibile, il proprio destino.

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