Articolo di Lorenzo Grilli

Ieri, giovedì 22 marzo 2018, alle ore 18.00, nella Sala del quartiere Navile in via di Saliceto 3/20, bel soffitto in legno, un po’ di ragnatele da pulire, si è tenuto un consiglio aperto sulla prossima inaugurazione della già parzialmente funzionante Casa della Salute-Navile con l’assessore Barigazzi, col direttore generale Dott.ssa Gibertoni, col direttore del distretto Trevisani. Circa una cinquantina di cittadine e cittadini presenti, qualche associazione recente e meno recente, poca stampa, se c’era. Ci son andato pure io, ma non so perché, in realtà.

Sono state proiettate una diecina di slide molto friendly, peraltro belline seppur un poco troppo semplici; è stato ribadito più volte come ci si trovi in una fase di work-in-progress; si è accennato a una quantificazione di questa fase in termini di sviluppo “su tre anni”. Peccato, però. Un peccato perché sono state poste, tra una diecina, 4 domande che, secondo me, meritavano una risposta che non è venuta; non c’è stato neppure un accenno di risposta. Peccato. Io me le ricordo così:

      1. prima domanda (la programmazione?): accettato il buon senso dei lavori-in-corso che fan del futuro cosa necessariamente un poco vaga, messo da parte il dubbio sulle azioni preparatorie che forse andavan fatte prima e non dopo l’inaugurazione, messa pure da parte la pur sensata critica sul fatto che di Case della salute ce ne sono a diecine da una diecina d’anni senza che ciò abbia fruttato un poco di know-how sul da farsi, si domanda quale sia la programmazione, il planning, passo passo, step by step, obiettivo per obiettivo, per raggiungere la piena funzionalità di una Casa della Salute-Navile – contenitore da milioni di euro da far fruttare, contenuto nel suo nuovo approccio preventivo e sanitario-assistenziale. “Tre anni”?!? Sono molti e sono pochi se non c’è una programmazione.
      2. Seconda domanda (la prossimità?):  come e quando l’apertura su 12 ore? Possibile che si debbano già constatare marchiani errori nella accessibilità e nella strutture interne?
      3. Terza domanda (la territorialità?): dove, come e quando si andranno a intercettare i bisogni sommersi di una popolazione che della Casa sa poco e nulla e che non verrà di sua iniziativa (non più di ora, perlomeno) per seguire ed essere seguita in percorsi di prevenzione e salute? Quando si farà uno studio di questi bisogni territoriali senza basarsi su dati vecchi e non raccolti ad hoc?
      4. Quarta domanda (la partecipazione?): quando e come si costruirà il board con il suo coordinamento, di associazioni, di cittadini, di operatori formati e motivati, che non è una cosa carina e “moderna” (!) ma è chiave e cuore pulsante del nuovo approccio per rispondere concretamente alle domande 1, 2 e 3?

Un po’ al di là della fin troppo facile polemica: sembra che non ci sia tempo, o modo, o volontà di rispondere, e che si navighi a vista senza neppure un portulano di massima, senza il quale, si sa, si rischia di sbattere sugli scogli. Perché si deve sempre rimanere con questa amara impressione che le risposte siano facoltative?

Forse, mi permetto di ipotizzare, c’è un vizio di partenza: non è la partecipazione, la critica, neppure la polemica, e neppure – diciamolo schiettamente –  l’opposizione politica, magari pure sgradevole perché schietta, ad essere l’ostacolo vero alla realizzazione della Casa della Salute-Navile. Non sono le domande a fare problema. Peccato. È un peccato che non sia evidente come dovrebbe esserlo.

Volendo, quattro anni fa, per Borgo-Reno:
http://www.ausl.bologna.it/news/archivio-2014/auslnews.2014-10-30.9989061458/files/Bagala-Orselli-Pagliarini-slide-presentazione-CdS.pdf

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Coalizione Civica partecia attivamente al coinvolgimento e all’auto informazione/formazione tra cittadine e cittadini attraverso la costituzione dell’Assemblea per la Casa della Salute Navile
www.coalizionecivica.it/tag/casa-della-salute/
Di questi temi si è discusso anche durante l’incontro “A cosa serve una casa della salute? Esperienze internazionali a confronto”.

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