Bibliotecario, cresciuto nell’attivismo delle associazioni sportive e di volontariato, delegato sindacale, presidente del Comitato di Gestione in una scuola d’infanzia e portavoce di Bologna Possibile.
E un piacere dare il benvenuto nella nostra lista a Nicola Longhi.


Oggi è il giorno. Il giorno in cui parte la corsa. Una corsa che terminerà il 3 e 4 ottobre, per poi ripartire per cinque anni. Mi candido per il Consiglio Comunale di Bologna. E soltanto a dirlo, mi tremano le gambe. Eppure sono pronto. Avrò bisogno dell’aiuto di tutti.
Mi candido nelle liste di Coalizione Civica Bologna , che è la casa della sinistra a Bologna.
Vi racconto alcune cose che ho fatto e altre che vorrei fare. Sono un Bibliotecario, cresciuto nell’attivismo delle associazioni sportive e di volontariato ( Polisportiva Giovanni Masi e Percorsi di Pace , su tutte). Alla fine degli anni novanta ho avuto un’esperienza nel Consiglio Comunale di Casalecchio e, più tardi, sono stato facilitatore del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze sempre a Casalecchio.
Sono iscritto alla Fp-cgil Bologna e svolgo il ruolo di delegato sindacale.
Sono un tutore volontario di minore migrante non accompagnato.
Sono iscritto a #salvaiciclisti Bologna e fino a pochi mesi fa ho fatto parte del coordinamento di Cinnica , Libera Consulta per una Città Amica dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Negli ultimi due anni scolastici sono stato presidente del Comitato di Gestione della Scuola dell’Infanzia Comunale “Cantalamessa”.
Da quasi due anni sono Portavoce di Bologna Possibile . Voglio il voto dei bambini e delle bambine.
No, non è uno scherzo. Voglio il voto dei bambini e delle bambine che abiteranno la città nei prossimi anni e di tutti quelli che hanno lo sguardo rivolto al futuro. Un futuro a cui i ragazzi e le ragazze possano guardare senza angoscia, in cui costruirsi una famiglia, di qualunque tipo, non sia una corsa a ostacoli, dove si possano raggiungere le proprie aspirazioni indipendentemente dal punto di partenza sociale.
Una città dove si ridiscuta l’uso dello spazio pubblico, con aree pedonali non solo in centro, con spazi tolti alle auto e restituiti a tutti, una città da vivere all’esterno, con i musei usati per fare scuola, una scuola diffusa per la città e in cui l’outdoor education diventi sistematica.
Una città laica, dove ognuno possa determinare i passaggi importanti della propria biografia, dall’inizio della vita fino alla propria morte.
Una città che riconosca il valore di percorsi di decisione condivisi, ma sul serio, non solo di facciata. Dove le assemblee cittadine diventino strumenti di diffusione della cultura. Perché l’unica ricetta a una crisi di democrazia è metterci più democrazia.
Una città che non si dimentichi di nessuno, che lotti per combattere le disuguaglianze che sono cresciute e, purtroppo, cresceranno ancora, se non si inverte la rotta. Una città che pensi ai suoi istituti penitenziari come a quartieri della città, dove torni vero il dettato costituzionale del recupero e del reinserimento delle persone nella società.
E voglio mandare un pensiero a Zaki, e a tutte le persone ingiustamente imprigionate, come noi di Possibile facciamo dal suo primo giorno di carcere.

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