Anche il Comune di Bologna chiede il cessate il fuoco immediato a Gaza e la fine del massacro di civili palestinesi che si protrae ormai da settimane.
Non possiamo girarci dall’altra parte di fronte alle decine di migliaia di persone innocenti uccise mentre i governi, tra cui il Governo Meloni, non hanno nemmeno il coraggio di votare le risoluzioni ONU per la fine della strage in atto.

Di seguito il comunicato congiunto dei gruppi consiliari di maggioranza:

“CESSATE IL FUOCO” SU PALAZZO D’ACCURSIO: DICHIARAZIONE CONGIUNTA DEI GRUPPI DI MAGGIORANZA

Da oggi la casa di tutti i bolognesi rafforza e rilancia la richiesta lanciata dall’ONU e da centinaia di associazioni umanitarie per chiedere un “cessate il fuoco” sulla Striscia di Gaza, dove da oltre due mesi la popolazione viene sottoposta a bombardamenti incessanti e indiscriminati, che continuano a coinvolgere anche edifici della società civile, quali ospedali, scuole e parrocchie facendo salire giorno dopo giorno la conta delle vittime innocenti, che ormai hanno superato le 26.000 persone, e quella degli sfollati, prossima a due milioni di civili. Con lo striscione affisso sul balcone di Palazzo d’Accursio, il Comune di Bologna, e quindi la nostra comunità, si unisce al grido di tante città del mondo – tra cui Roma, Firenze, Londra, Parigi, Bruxelles, Stoccolma, Ginevra, Toronto, Montreal – per chiedere la fine delle operazioni militari nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e in Israele, per permettere l’ingresso dei soccorsi e rispondere in modo adeguato agli enormi bisogni della popolazione civile, il rilascio degli ostaggi, e avviare un percorso di pace che vada oltre la tregua. Come maggioranza politica del Consiglio comunale vogliamo ringraziare la giunta per aver dato veloce riscontro alla nostra richiesta di difendere e rilanciare la mozione delle nazioni Unite con ogni mezzo e in ogni sede, ma allo stesso tempo ci teniamo a ringraziare quelle associazioni e quelle cittadine e cittadini locali che in queste settimane hanno continuato a sensibilizzare la politica e le istituzioni circa il conflitto in corso tra Israele e Palestina, unendo la condanna ai crimini di guerra ai tentativi di dialogo e riconciliazione tra comunità di appartenenze culturali e religiose diverse. Come parte politica non possiamo e non vogliamo esimerci dalla ricerca della verità, del dialogo e della riconciliazione, perché è da queste strade che passa la via che porta alla pace.

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