Una ragazza di 22 anni e un ragazzo di 24 anni sono stati condannati complessivamente a due anni e due mesi per avere resistito nella zona universitaria alle cariche della polizia durante il corteo contro lo sgombero della biblioteca di Discipline Umanistiche, occupata dagli studenti e dalle studentesse in protesta contro la decisione di regolamentarne l’ingresso con l’utilizzo di tornelli.
Come in quei giorni la forza pubblica si sostituì alla politica, così, oggi, invece di considerare i conflitti una risorsa per questa città si preferisce espellerli o zittirli, attraverso l’intervento della magistratura.
Ci rammarichiamo ancora una volta del fatto che una politica silente, nella gestione del conflitto sociale, si è fatta sostituire dalla magistratura. Questa è una sconfitta non solo per quei ragazzi, ma per tutta la comunità che abbia a cuore le sorti dell’Università e della città.
Come forza politica in Consiglio abbiamo chiesto diverse volte che la politica esprimesse sul punto una posizione chiara, anche ad evitare che l’unico giudizio di una situazione di conflitto – tutta politica, in verità – fosse dato da un magistrato, che opera sulla base di criteri ben diversi da quelli della politica stessa.

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