Dopo più di un anno di lavoro sui territori e in Consiglio Comunale, dopo l’estate e l’intensa ripresa carica di avvenimenti che ha visto  (e vede) Bologna più ricca e viva che mai, Coalizione Civica apre una sezione pubblica in cui ognuno si possa sentire libero di offrire un proprio contributo in vista dell’Assemblea dei soci che si terrà a breve.

Per immaginare i prossimi anni di Coalizione Civica è necessario partire da due quesiti.
Cosa siamo ora? Cosa vogliamo diventare? 


Le domande che molto prima di noi aveva immaginato Paul Gauguin nel suo famoso quadro Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo? , in particolare le ultime due, sono a nostro avviso quelle su cui ci dovremmo interrogare anche nel corso della due giorni che stiamo costruendo per la nostra comunità.

Proviamo quindi a rispondere a questi quesiti per dare un nostro primo scarno contributo al dibattito, anche se non vediamo l’ora di discuterne collettivamente.

Cosa siamo ora?
– Realmente presenti. Se dovessimo indicare la prima ragione d’orgoglio per la nostra appartenenza a Coalizione Civica è questa: siamo una comunità che sa stare nelle istituzioni ma soprattutto nelle piazze, nelle assemblee, nei movimenti, nelle lotte sociali, nei comitati e nelle associazioni. Lo sappiamo fare perché lo facciamo da sempre, seguendo ognuno le sue inclinazioni e le battaglie che sente più giuste, lo sappiamo fare perché ci riconosciamo nella necessità di dare una voce in Consiglio Comunale a queste istanze senza mai “metterci il cappello”. Se rappresentiamo una battaglia è perché ci crediamo e mai per calcolo elettorale.
Questo è un elemento che ci differenzia da quasi tutte le forze politiche presenti in Consiglio.

– Radicati, ma non abbastanza. Passiamo al lato opposto della risposta, cioè su cosa dobbiamo lavorare di più nei prossimi anni, ma facciamolo rimanendo sul tema della presenza. Ci teniamo a ringraziare tutti i nostri consiglieri di quartiere, i referenti dei gruppi di quartiere e tutti i partecipanti: sono stati preziosissimi. Ma dobbiamo essere anche critici con noi stessi e ammettere che ci sono alcuni quartieri in cui nonostante l’impegno elettorale non siamo ancora radicati, altri in cui i nostri gruppi di quartiere lavorano a fatica.
Dobbiamo anche, a nostro avviso, immaginare una Coalizione Civica a livello metropolitano.
Più di una volta in questo primo anno ci siamo confrontati con consiglieri e consigliere di realtà simili alla nostra sparse in altri comuni della nostra città metropolitana, condividendo ordini del giorno e buone pratiche. Siamo riusciti anche ad eleggere un consigliere di riferimento per la nostra area in Consiglio Metropolitano: Lorenzo Mengoli dell’Associazione Primo Moroni.
Ma sappiamo bene quali sono le criticità delle elezioni di secondo livello e di un sindaco metropolitano non direttamente eletto da chi vive nel territorio della città metropolitana.
Coalizione Civica è nata con l’idea di essere anche comunità di riferimento per tutta l’area metropolitana e vorremmo che lo diventasse fino in fondo: proponiamo di creare una rete e un’assemblea permanente tra i territori in modo da poter dare una voce e una rappresentanza anche ai nostri iscritti che non risiedono nel comune di Bologna.

Cosa vogliamo diventare?
Se l’obiettivo rimane quello di governare la nostra città attraverso politiche di alternativa e cambiamento che possano renderla la meno diseguale d’Europa, chiediamoci allora qual è il modo in cui vogliamo farlo.

Coalizione, in senso letterale.
E’ importante essere Coalizione in senso letterale, ovvero con l’idea di coalizzarci con chi vive tutti i giorni la nostra città.
C’è innanzitutto bisogno di mettere a rete competenze, in particolare tutte quelle che gravitano al di fuori: nelle lotte, nei movimenti e in tutto ciò che fa politica nella società intorno a noi.
Rispettando la piena autonomia di tutto ciò che scegliamo di rappresentare (senza metterci il famoso cappello) è necessario intensificare i nostri rapporti già esistenti con tutte le lotte che appoggiamo in città: scambiandoci obiettivi, strategie, chiedendoci e chiedendo loro come possiamo essere utili.
Ci sono stati grandi manifestazioni e eventi in città nell’ultimo anno. Ora dobbiamo ragionare su come mettere insieme quelle persone, intrecciarne le istanze con le nostre e passare da una dimensione di rivendicazione a quella di proposta politica.

Abbiamo guardato all’esterno della nostra Coalizione ma dobbiamo guardare anche al nostro interno, al nostro “Parlamento”: i nostri iscritti e le nostre iscritte che sono un bagaglio di esperienze, novità e

determinazione che può permetterci di aumentare il consenso e di sposare un’altra idea di città.
 Abbiamo bisogno di chiederci come coinvolgerli maggiormente nel nostro quotidiano, dalle assemblee ai gruppi tematici, dalla scrittura di ordini del giorno all’organizzazione di presidi fino alla costruzione partecipata della nostra agenda e della nostra linea. Per questo abbiamo pensato a una postazione fissa per la due giorni dal titolo: Linea agli iscritti!

Infine non possiamo non toccare quella che deve essere una priorità assoluta e trasversale.
Ovvero che tutto ciò che facciamo deve necessariamente passare da una femminilizzazione della politica. Questo non solo a parole ma attraverso una declinazione pratica: bisogna praticarla imponendo come condizione minima la parità di genere nella gestione dei tavoli e l’assunzione di un approccio che sia femminista anche nella gestione dei processi di partecipazione e di rappresentanza della nostra comunità.

Queste, in sintesi, le nostre impressioni ma ci teniamo a ripetere la premessa da cui parte il nostro ragionamento: che la nostra due giorni sia uno spazio in cui domandarci tutte e tutti: chi siamo? Chi vogliamo diventare?

 

p.s.
Alcune suggestioni che ci sono venute in mente per i tavoli. Due grandi filoni potrebbero essere utilizzati nell’approccio all’organizzazione di tavoli tematici:

UN’ALTRA IDEA DI CITTA’: DA UNA CITTA’ VETRINA A UNA CITTA’ APERTA
Questo filone ci permetterebbe di parlare di diritto alla casa da più punti di vista: dalle case popolari all’aumento del costo degli affitti per i fuorisede. In più ci permetterebbe di riflettere sulla grande speculazione finanziaria e di conseguenza sugli investimenti pubblici, con la garanzia di dare spazio anche a considerazioni sulla riorganizzazione urbanistica, che sempre più si lascia sopraffare dal mercato e mette da parte la socialità.
Infine ci porterebbe a ragionare sull’essenza della città vetrina dei decreti Minniti-Orlando: un centro pulito per turisti e periferie lasciate incolte, da tutti i punti di vista.

GOVERNO DEI BENI COMUNI, ALDILA’ DELLA DICOTOMIA PUBBLICO-PRIVATA
Quest’altro filone, invece, permetterebbe di riflettere sulla questione degli spazi sociali e soprattutto sulle nostre prospettive di governo dei beni comuni: tra convenzioni e nuove strutture di contrattazione. In questo modo daremo spazio anche alla relazione con le altre realtà, permettendoci di aprirci ad interventi esterni. Sicuramente, in tal caso, sarebbe calzante un intervento dei compagni che vivono l’esperienza di Napoli: governo dei beni comuni al di fuori della dinamica delle concessioni e conseguente differente rapporto tra città e centri di socialità.
In ultimo, avremmo finalmente un tavolo per discutere di economia alternativa, e quindi, di tutte quelle dinamiche che non sono situabili nella dicotomia pubblico-privato.

Postazione fissa Linea Agli Iscritti

In questo primo anno abbiamo provato a coprire tutti i temi che si sono trattati in città, con più o meno successo a seconda delle nostre capacità e del lavoro dei nostri gruppi tematici.
Ci piacerebbe che alla festa fossero allestite un paio di postazioni in cui far esprimere i nostri iscritti in un questionario sintetico su:

– quali sono le battaglie più importanti per CC
– quali sono i temi di cui dovremmo occuparci che ora ancora non abbiamo toccato
In una lista municipalista è prioritario che anche l’agenda si costruisca dal basso verso l’alto: #LineaAgliIscritti!

di Emily Clancy e Marco Tufano

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