In questi mesi il Gruppo territoriale Navile di Coalizione Civica ha profuso ogni impegno possibile perché la Casa della Salute del Navile non fosse un semplice cambio di targa rispetto al Poliambulatorio Tiarini – a partire dalla necessità di inverare una reale corrispondenza ai bisogni del territorio e quindi garantire il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine.
Lo scorso 25 ottobre il Consiglio del Quartiere Navile ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno n. 30 che definisce le linee di indirizzo per la costituzione di un Gruppo di Lavoro sulla Casa della Salute di via Nanni Svampa: un gruppo composto, oltre che dalle istituzioni, anche dai cittadini, e in stretta sinergia e ascolto con gli operatori sanitari e il Servizio Sociale Territoriale.

L’atto che sancisce la creazione del Gruppo di Lavoro fa seguito a un precedente ordine del giorno (il n. 14 del 12 aprile 2018) proposto dal Gruppo Consiliare di Coalizione Civica, presentato congiuntamente alla maggioranza e votato all’unanimità da tutti i gruppi Consiliari del Quartiere, che proponeva la nascita del Gruppo di Lavoro in seno alla Commissione Consiliare Sport e welfare di Comunità.

L’importante è partecipare

Tutto Assemblea Casa della Salute Navilequesto non sarebbe stato possibile senza la partecipazione attiva dei cittadini, degli operatori sanitari e dei rappresentanti di varie associazioni, anche informali, che hanno dato vita ormai un anno fa all’esperienza “dal basso” dell’Assemblea sulla Casa della Salute e che, partendo dalla denuncia di criticità e problemi, hanno sempre coltivato l’ambizione di rendere la Casa della Salute del Navile, così come previsto nel progetto originale, un’istituzione capace di realizzare medicina di iniziativa e di comunità.

Del gruppo, che agirà all’interno della Commissione Sport e welfare di comunità, faranno parte, oltre ai Consiglieri comunali, un rappresentante dell’Azienda USL, uno del Servizio Sociale territoriale e altri componenti in rappresentanza di Associazioni e organizzazioni sindacali che, insieme a cittadini singoli e comitati informali, si dovranno candidare a farne parte.
Si lavorerà principalmente sulle attività da realizzare all’interno della Casa della Salute, promuovendone la conoscenza da parte della comunità e incentivando la partecipazione dei cittadini. Soprattutto, il gruppo sarà chiamato a individuare “specifici indicatori di rispondenza dei servizi/attività della Casa della Salute ai propri obiettivi di salute” e raccogliere suggerimenti per verificare questa rispondenza ai reali bisogni della comunità.

Integrare per risparmiare?

Molto resta da fare, innanzitutto affinché il Gruppo sia un vero laboratorio di partecipazione e non un luogo “fittizio”, come troppo spesso abbiamo visto accadere in un passato anche recente a Bologna.
Tuttavia, fin da subito occorre approfondire il ruolo che le Case della Salute avranno nel quadro disegnato dal rapporto “Forme di integrazione nell’Area metropolitana di Bologna”, elaborato da un Nucleo Tecnico di Progetto coordinato dall’assessore Barigazzi e presentato il 17 luglio scorso. Nel documento si prevede in quattro scenari la ristrutturazione dell’intera sanità metropolitana, senza però definire in essa un ruolo centrale delle Case della Salute.
Da un lato il rapporto ha l’ambizione, rara per l’Amministrazione bolognese, di proporre una visione organica della sanità cittadina. D’altro canto, esso si concentra quasi esclusivamente sull’efficienza/economicità del sistema e non sull’efficacia del nuovo modello proposto nel migliorare l’accesso dei cittadini ai servizi.
Lo straordinario potenziale delle Case della Salute nel rispondere ai bisogni della comunità è completamente trascurato: e forse non a caso, dal momento che esse realizzano proprio l’inversione dei due fattori, privilegiando l’efficacia nel rispondere ai bisogni alle note e nefaste logiche dell’efficienza e del risparmio.

Uno dei compiti del Gruppo di Lavoro della Casa della Salute Navile sarà quindi quello di mantenere alta l’attenzione sulla Casa della Salute e sul livello di investimenti necessari a farla funzionare come dovrebbe, in ottemperanza al principio di accesso universalistico alla salute.

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