L’intervento che Federico Martelloni ha tenuto oggi nel consiglio comunale straordinario sul passante di mezzo

Signore e signori, “la fretta e del Diavolo, la lentezza è di Dio. Mai tanto vero quanto oggi.

La decisione, affrettata, presa dal Comune e dalla Regione dopo la scelta di abbandonare, giustamente, il progetto del passante nord ci ha portato, con il passante di mezzo, ad una soluzione miope sul piano trasportistico e ad un vero vicolo cieco per quel che riguarda la salute dei cittadini.

Con l’abbandono di quel progetto avevamo davanti una grande occasione: ripensare la mobilità di Bologna città metropolitana inserita nella rete di trasporto regionale e nazionale, come ha ben sottolineato Cervellati in un’intervista ieri sul Carlino. Stiamo ancora una volta fallendo l’obiettivo.

Mettiamo in ordine gli elementi:

L’impatto sulla salute dei cittadini dell’attuale asse autostrada tangenziale è già molto grave: 100 mila cittadini sono esposti ad una serie di inquinanti a corto raggio difficilmente sostenibili per lunghi periodi. Avremmo bisogno di più dati per capire i danni che stiamo provocando, ma la decisione sul monitoraggio giace da 15 anni in un cassetto. Forse nello stesso cassetto in cui giace la richiesta di centraline di monitoraggio suffragata dalle firme di 2600 cittadini raccolte dai comitati in meno di due mesi, giustamente preoccupati innanzitutto per la salute degli abitanti.

Non inventiamo niente: sono le considerazioni che hanno portato a programmare azioni di mitigazione già venti anni fa, e che da vent’anni anni si susseguono. Considerazioni banali, se si pensa al fatto che l’autostrada passa a soli 2 km dal nuovo Comune e a 3,5 km da Piazza Maggiore. Un taglio nel cuore di Bologna che si è deciso di allargare a 18 corsie senza pensarci due volte e forse nemmeno una.

Quali le ragioni di questa azione repentina? Un’illuminazione sulla via del passante giusto? Basta mettere insieme i tasselli per capire: c’è, senza dubbio, la necessità di non scontentare i settori produttivi delusi dall’abbandono del passante nord e quindi di rimpiazzare i cantieri mancanti con altri cantieri; ma forse – mi si smentisca, per favore – c’è la necessità di farlo prima che entri in vigore il nuovo codice degli appalti che recepisce alcune direttive europee più rigorose e stringenti.

Altrimenti non si spiegherebbe perché è stato fatta senza rispettare i tempi per ridiscutere gli strumenti di pianificazione comunali e soprattutto il PRIT (piano regionale integrato dei trasporti) generando un processo di dubbia legittimità. Non è un caso che si chiami piano regionale integrato dei trasporti, perché le decisioni sui trasporti – come avete oggi riconosciuto – si influenzano reciprocamente. Per questo in campagna elettorale abbiamo insistito sulla necessità di superare il problema con il potenziamento del trasporto pubblico attraverso un SFM completo e con una crescente intermodalità. Ci ha detto, signor Sindaco, che con le nuove scelte non rinuncia affatto al trasporto sul ferro, ricordando i 372 milioni sul SFM e i 22 nuovi treni. Perché non attendere l’effetto che fanno?

Ci sono il 70% dei Bolognesi che prendono la tangenziale per fare meno di 10 km. Ebbene, servirebbe loro un servizio efficiente per spostarsi con mezzi pubblici, puntando su:

  1. l’urgente allacciamento dei due rami del SFM nella Stazione Centrale ancora rimandato anche per effetto del people mover, con avviamento dell’ SFM “passante” .
  2. il completamento del SFM realizzando le stazioni progettate e non attivate o costruite, come Aeroporto, Prati di Caprara ecc e riesame del progetto di interramento della linea Sant’Orsola/San Vitale per riportarla a due binari.
  3. l’avvio di uno studio di ampliamento del SFM recuperando tutte le line che costituiscono la Cintura Ferroviaria, soprattutto quelle che congiungono Anzola, Bargellino, Aeroporto e Stazione Fiera e che servono le più intense aree produttive della metropoli.
  4. L’integrazione con parcheggi stazioni di car a bike sharing e le reti di autobus

Un servizio pubblico, magari finanziato da un ticket verde sui mezzi pesanti più inquinanti che transitano per Bologna (basata sul recepimento dell’ eurovignette)

Qualcuno la chiama ipotesi zero. A noi piace chiamarla ipotesi XXI , perché vuole traghettare Bologna in questo secolo (non perché vuole arrivare stiracchiata alla prossima legislatura (2021). Signor Sindaco, non “un richiamo ad un grande passato che ci seppellisce in una nostalgia impotente”, ma un invito a guardare al futuro.

Ci conforta l’intervista di Cervellati che sollecita appunto un sistema integrato soprattutto basato sul Ferro. E ci sembra in linea con quanto propongono i comitati ovvero un concorso europeo di idee per la mobilità integrata del nodo bolognese. Se qualcuno non crede a questa soluzione, se voi della maggioranza non siete ancora in grado di vederlo, abbiamo già il nome giusto per un sistema di trasposto integrato che scommette sul ferro: chiamiamolo “Binario 9 e 3/4” , come il binario dal quale i giovani maghi e le giovani streghe prendono il treno per la Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Ai cittadini che avanzano proposte di lungo respiro (anche in termini pneumologici) l’amministrazione propone di partecipare ad un confronto, visibilmente asimmetrico, in cui tutto è già deciso e i cittadini sono le comparse che partecipano per apportare qualche variazione cosmetica. Un percorso in cui l’opera non è in discussione: un’ipotesi, questa, che non esiste neanche durante la normalissima valutazione d’impatto ambientale (VIA) che deve essere sempre effettuata per queste opere e che appunto prevede sempre anche l’opzione zero.

Chiamate partecipazione un percorso in cui autostrade nomina un mediatore suggerito dal ministero che deve filtrare le osservazioni dei cittadini e dei comitati prima, per poi passarle al comitato di monitoraggio composto da città metropolitana, regione e ministero che sono quelli che hanno voluto l’opera, che filtra ulteriormente le richieste per poi passarle ad autostrade con cui iniziare la contrattazione…. Sig. Coletta, lo dico a Lei che ha avuto il buon cuore di venire da Roma: dalle sue parti si direbbe “ma de cche stiamo a parla’?!”

C’è il comitato scientifico, direte voi. Certo! Un comitato scientifico composto da quattro persone due delle quali – Diotallevi e Belpoggi – si sono già espresse a favore dell’opera in interviste pubbliche, a cui – bontà loro – si potrà aggiungere un rappresentante dei comitati.

Badate: questo è un Comune che ha inserito nello statuto della città metropolitana il dibattito pubblico per le opere strategiche (art. 8). Quale opera può essere più strategica del piano della mobilità che attraversa e collega la zona nord della città?!.

Chiediamo la luna? No, se è vero, come è vero, che per l’autostrada della Gronda la sindaca di Genova, Marta Vincenzi (Pd), diede vita, anche se non previsto da alcuna normativa, a un dibattito pubblico in cui autostrade presentò 5 tracciati e alla fine fu scelto un 6° tracciato meno impattante, presentato dai cittadini.

Sig. Sindaco, ha parlato dei tanti cittadini contrari al passante di mezzo dicendo di “capirli”. Invece di spendere i loro soldi per convincerli, potrebbe risparmiare quei soldi ed ascoltarli. Peraltro a costo zero.

Oggi avete parlato di “un’operazione di rammendo urbano”, di “ricucitura”. No signore! Questo si profila come un triplice strappo: sul piano della salute, sul terreno della partecipazione e su quello della mobilità sostenibile.

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