Si alza finalmente il sipario sulle fantomatiche ‘aree compensative’ su cui il Comune starebbe trattando con il Bologna FC in cambio dei lavori allo Stadio. Ed è uno scenario da film dell’orrore urbanistico, in cui l’asticella si alza ogni giorno di più.

Perché ormai è chiaro quali sarebbero le aree compensative da trasformare in centri commerciali, ipermercati, alberghi, outlet di lusso: tutte le aree verdi e sportive comprese tra Prati di Caprara e lo Stadio, in sfregio a qualunque politica urbanistica di tutela del suolo. Tutte aree situate nel territorio del Quartiere Porto-Saragozza.
Si è cominciato parlando dell’Antistadio, dove operano storiche associazioni sportive bolognesi, dove si trova l’unica pista di atletica ancora disponibile in quartiere. Un ordine del giorno presentato in proposito da Coalizione Civica Bologna chiedeva di tutelare le attività sportive in essere ed aprire un tavolo di confronto con le associazioni. Lo avete approvato all’unanimità, in Comune ed in Quartiere. Non si è visto ancora nulla, su quel tavolo regna la polvere.

Visto che la protesta era tiepida e circoscritta all’opposizione, l’asticella si alza, parte una serie di proposte da sacco del territorio, da mani sulla città:
Prati di Caprara: da decenni il Comune promette di bonificare l’area dai residui militari e riaprirla alla cittadinanza. Il POC 2015 e Merola stesso parlarono di un grande parco urbano e di una scuola primaria. Si scopre pochi giorni fa la realtà dei fatti: l’unico progetto in campo è un nuovo centro commerciale, un albergo e un outlet di lusso.

Ora entrano in scena il Cierrebi e il centro sportivo comunale Bruno Corticelli, storici campi da tennis e da calcio, che Saputo e Maccaferri reclamano per farci ulteriori centri commerciali. Sembra che l’idea stessa che possa esistere un area verde, un campo sportivo, un luogo intorno allo Stadio non cementato e in cui non si venda un qualche prodotto, sia fuori dalla loro visione del mondo.
Questa scelta sarebbe aberrante, è evidente a qualunque cittadino, anche a chi giustamente è interessato alla riqualificazione dello Stadio bolognese.
E’ per questo che ci poniamo la vera domanda:
PUO’ ESISTERE UN’ALTRA FORMA DI COMPENSAZIONE, che non sia cementare aree verdi o sportive?
Si, esiste!

Da oltre venti anni esiste il progetto per la costruzione di una nuova STAZIONE nell’enorme area ferroviaria Ravone Scalo, dietro i prati di Caprara.
Questa stazione potrebbe essere raggiungibile da tutta la città attraverso il Servizio Ferroviario Metropolitano, collegata ad aeroporto e stazione centrale per chi viene da fuori città, potrebbe diventare l’hub per gli spostamenti di tutta l’area ovest di Bologna.
Dalla stazione non solo si raggiungerebbe senza auto l’Ospedale Maggiore ma, risolto il problema dell’attraversamento di via Gandhi, si arriverebbe allo stadio a piedi in 20 minuti. Meno del tempo medio che un tifoso impiega ora per trovare parcheggio ed arrivare allo stadio. La distanza è grossomodo la stessa di quella che intercorre tra stazione centrale e Piazza Maggiore.

Con il gruppo di quartiere di Coalizione Civica abbiamo fatto insieme quel percorso la primavera scorsa: se fossero aperti i Prati di Caprara si raggiungerebbe lo stadio passando attraverso tre parchi: Prati di Caprara, Velodromo e Giardini Giacomo Bulgarelli.

E’ la stazione Bologna Ovest la vera compensazione.
La stazione Maggiore-Stadio.

Un cambio radicale della mobilità che porterebbe facilmente tifosi da tutta Italia allo Stadio di Bologna. O anche spettatori a concerti ed eventi. E si potrebbe sicuramente pensare di affidare i servizi di questa stazione a Saputo. Qui avrebbe un senso installare negozi, o costruire un albergo per chi si vuole fermare qualche giorno in città.

Un’alternativa c’è. Ed è una alternativa ben più interessante e sostenibile, noi crediamo, per il futuro della città e per il Bologna FC.

 — at Quartiere Porto – Saragozza Bologna.

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