Apprendiamo con grande preoccupazione che l’istituto penale minorile della città, ubicato in via del Pratello, ha superato, ad oggi, il numero di detenuti che possono essere accolti nella struttura. Su 40 posti garantiti e distribuiti su due piani (il primo piano destinato ai minori e il secondo ai giovani adulti fino ai 25 anni), la presenza è aumentata a 49 giovani accolti in istituto. Già a luglio erano 47.
Sebbene la struttura carceraria sia stata recentemente ristrutturata, gli spazi adibiti alle attività in comune non hanno la capienza sufficiente per accogliere nuovi ingressi.
Per questo motivo, nell’ultima settimana, un giovane in ingresso è stato tradotto nel carcere di Nisida, a Napoli, distante più di 500 km dalla famiglia e dal territorio di riferimento.
Questa modalità dettata dalla mancanza di spazi, (problema non solo di Bologna, ma anche di altre città come Treviso, Milano e Torino impegnate in ristrutturazioni) preoccupa tutti/e, sia i familiari che gli operatori attivi all’interno dell’istituto, perché va ad aggravare una condizione emotiva e psicologica dei detenuti, già fragile, e inficia il lavoro educativo, realizzato nel carcere.
Le necessità educative e riabilitative richiedono infatti spazi adeguati che garantiscano una convivenza rispettosa dei bisogni essenziali dei detenuti, nonché una maggiore predisposizione a evitare situazioni cariche di tensione e aggressività.
Per questi motivi, come Coalizione Civica, ci impegniamo a trovare risposte alle esigenze di una realtà che richiede tutta la nostra attenzione e chiediamo che si possa verificare la possibilità di inserire alcuni detenuti in strutture di accoglienza nel territorio della Regione per minori e giovani adulti con problematiche, ad esempio, di dipendenza, là dove ce ne fossero le condizioni.
L’aumento del numero dei detenuti infatti è, nella maggioranza dei casi, dovuto all’aumento della microcriminalità minorile, sfruttata per piccolo spaccio di sostanze stupefacenti.
Consapevoli che il carcere debba essere un’esperienza temporanea e non un destino ed uno stigma che segni indelebilmente il futuro dei ragazzi detenuti, crediamo che garantire spazi e condizioni di convivenza più sane e dignitose sia una strada da percorrere accanto a quella di un investimento di energie e risorse per garantire ai giovani opportunità di scelta nel presente.

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