Lungi da me invitare al consumismo, l’intento di questo post è solamente di condividere una riflessione.

Credo possa capitare a tutt* di sentirsi un po’ sopraffatti dal Black Friday, a qualcun* anche di aspettarlo con la speranza che si possa comprare qualcosa che normalmente non ci si potrebbe permettere.

Soprattutto quest’anno, penso che dovremmo sforzarci – per quanto possibile e senza atteggiamenti moralisti – di pensare a ciò che acquistiamo e dove lo facciamo.

Le prime domande da farci sono le solite: ne ho davvero bisogno? Posso trovare questo prodotto anche usato e sostenere il riciclo e il riuso, tenendo a mente l’impatto ambientale che ha la produzione di un oggetto?

Se la risposta è comunque sì, e mi serve nuovo, credo che la seconda domanda dovrebbe essere: posso acquistare questo stesso oggetto sostenendo il commercio locale e di vicinato?

Troppo spesso compriamo prodotti tecnologici, vestiti e altro dall’altra parte del mondo, con viaggi di migliaia di chilometri, mentre si abbassano le serrande del nostro negozio di vicinato.

Capita a quasi tutt* noi e credo che ammettere di vivere in un sistema pieno di contraddizioni sia il primo passo per fare delle scelte più consapevoli. Così come penso sia sbagliato giudicare le abitudini personali di consumo delle altre persone: non aiuta la causa ma ci fa sentire solamente più isolati in un periodo già complesso.

Ricordiamoci però che i giganti dell’acquisto online non pagano le tasse correttamente nei nostri paesi, non redistribuiscono la ricchezza e sfruttano il lavoro.

Per dirne una, Jeff Bezos, il fondatore e CEO di Amazon – già la persona più ricca del mondo – ha visto un aumento del suo patrimonio personale del 65% solamente durante la pandemia. È passato da 73 miliardi di dollari a 186 miliardi. Come ha osservato Robert Reich, se Jeff Besos distribuisse 105.000 dollari a ogni singolo dipendente di Amazon sarebbe comunque ricco quanto lo era prima della pandemia = l’uomo più ricco del mondo.

Vi chiedo quindi di firmare questa petizione lanciata dai lavoratori e dalle lavoratrici dei warehouse di Amazon, attivist* ambientalist* e cittadin* di tutto il mondo. https://makeamazonpay.com/

E, soprattutto quest’anno: se dobbiamo comprare qualcosa, cerchiamo di sostenere l’artigianato e il commercio locale e di vicinato.”

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