Sicurezza reale e percepita: cosa c’è dietro a un tema che ciclicamente torna nella cronaca, e che è stato per un certo periodo centrale nel discorso su uno dei quartieri storici di Bologna?

Lunedì 28 maggio, alla Biblioteca Casa di Khaoula, nell’incontro “Sentirsi insicuri in Bolognina” abbiamo presentato i primi risultati di un’inchiesta sociale avviata a metà 2016 con oltre 40 interviste ad abitanti del quartiere, davanti a una platea piuttosto affollata che includeva anche una parte degli intervistati e delle intervistate.

Il tema della sicurezza è stato affrontato da alcuni dei volontari del Gruppo Inchiesta Sociale “La Città Si-Cura” (Sandro Bellassai – storico, Barbara Berardi – giurista, Laura Muzzo – giurista, Federico Montanari – socio/semiologo, Massimiliano Rubbi – giornalista, Giuseppe Scandurra – antropologo) sotto diverse prospettive, a partire dal confronto della Bolognina con il suo passato. Non, come il presidente del Quartiere Navile Daniele Ara ha asserito in una polemica di stampa, per proporre un’ottica “nostalgica”, bensì per evidenziare come una zona che aveva una forte identità (operaia) abbia più di altre il problema di reinventarsi al mutare delle condizioni. Ed è questo mutamento che le amministrazioni, inclusa quella attuale, non sembrano in grado di interpretare, al di là delle asserzioni di principio (che il presidente Ara ha rinnovato in occasione dell’incontro) – e anzi contribuiscono a rendere più problematico “sgovernando” il fallimento di interventi urbanistici come la zona ex-Mercato, il Lazzaretto, le ex Officine Minganti.

Nell’incontro si è discusso anche di paura (reale e percepita), rapporto (complesso e contraddittorio) con il sistema delle regole, e della relazione specifica tra il quartiere e XM24, una realtà che nella sua caoticità informale appare più integrata nel territorio di molti progetti calati dall’alto – e che forse proprio per questo il Comune tiene ormai da anni sotto minaccia di sgombero e di spostamento. Il tutto sempre a partire dai brani più significativi delle interviste, come proprio del metodo (liberamente interpretato) dell’inchiesta sociale, che Coalizione Civica ha nel proprio statuto e che, senza negare complessità e fatiche, meriterebbe una riproposizione su altri territori e a proposito di altri temi.

Come ha sottolineato l’intervento forse più significativo nel breve dibattito che ha seguito l’illustrazione, sul tema “sicurezza” si confrontano una visione appunto securitaria e repressiva e una che nega o minimizza i problemi posti proprio ai cittadini più fragili dall’insediamento di persone con culture differenti e dall’aumento delle disuguaglianze; manca una “terza via” capace di porre sul tavolo le questioni e cercare di risolverle nella chiave della convivenza. Non sappiamo se questa e altre inchieste sociali sapranno contribuire a individuare questa “terza via”, ma sappiamo che è nel “movimento reale” dei cittadini che si trovano gli spunti per ogni tentativo sensato.

QUI un’articolo di Repubblica Bologna sul lavoro del Gruppo Inchiesta Sociale di Coalizione Civica e QUI la “risposta” del presidente del Quartiere Navile Daniele Ara in un’intervista sempre a Repubblica Bologna.

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